Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
M. PRAZ, Dnromantic Spain eco. 765 della sensualità, e afferma in fine con una frase da tener da conto: « Il Davos dei sensuali-cerebrali è la Spagna». Qui Praz non la per– dona a Barrès, interpretatore a suo modo del Greco, del sangue, della voluttà, della morte : << Maurice Barrès, fervente cattolico della bel– l'acqua del visconte di Montherlant, rotolava nei pruni del misticismo spagnolo i suoi sensi esasperati». Il periodo conclusivo di questo ca– pitolo può essere riportato intiero, a confusione dei vari scopritori della Spagna garofolata e inginocchiata davanti agli altari: << Il toro pia– gato e furioso, il Cristo piaga,to e dolente, Don José Navarro tradito e furibondo, Don Mateo Diaz abbindolato e remissivo, il pugnale nel cuore della Madonna dei .Sette Dolori, lo stiletto nel cuore di Carmen ; è sempre l.a stessa bistecca penzolante da uncini diversi, nella roman– tica macelleria spagnola. Cucina spagnola, solida e monotona. Sangue e voluttà per desinare, sangue e morte per cena. Sempre con un soupçon di misticismo, perché << dove tu non intendi, e tu caccia di scuro», come diceva quel pittore al suo giovane scolaro ». Non continuerò a citare dagli altri capitoli, tutti interessantis– simi a modo loro, con protagonisti che son proprio quegli degli incon– tri casuali dei viaggi veri. Inglesi un po' guasti, camerieri italiani, americane in comitiva, commessi viaggiatori e guitti; invito il lettore a seguire per conto suo nei suoi sdegni e nelle sue annotazioni questo viaggiatore che viaggia per veder novitadi, e sa in fondo che il mondo sigue sin novedad; e facendo parte, ove occorra, al temperamento che dev'esser litigioso, e certo è spavaldo e balzano, dell'autore, e al ve– leno dell'argomento un po' troppo ribattuto, può in fondo credere più a lui che agli sdolcinati altri scrittori di Spagna, e può farsi bene in– segnare da lui quello che c'è da ammirare nella tozza penisola e quello che non deve più esservi ricercato. Certo è da augurarsi che si moltiplichi questa razza di viaggiatori che descrivono si ·il viaggio, ma reagiscono all.a tradizione, non hanno avventure amorose, non sospirano per donne fatali o paesaggi impos– sibili, sanno che gitanas in buon italiano si traduce per zingare, o zinghere, come scriveva il Magalotti; e giramondo e cosmopoliti rhe siano, sempre hanno a termine fisso di confronto la patria Italia, fine, classica, mobile, eterna, incomparabile, << tutta lavorata dall' uomo». PAOLO MONELLI. ANDRÉlGmE, Robert. Supplément à L'école des femmes. - << Nouvelle Revue Françfise », Paris, 1930. (s. p.). Mi sento in qualche modo in obbligo di render conto ai lettori, di questo nuovo libretto di André Gide. Robert fa séguito a L'école des femmes di cui si parlò qui l'anno scorso. Gli stessi personaggi, la stessa satira, la stessa morale. L'école des femmes fingeva il diario di una moglie disillusa, infelice. (A proposito : chi s a mai perché gli aggettivi, gli attributi derivati da questa pa,rola magi.ca felicità, sono ormai di uso quasi soltanto coniugale. Soltanto di u:rimarito , di una sposa si può dire che sono felici. Provatevi ad applicare questo attributo ad altro stato, B'b!oteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy