Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

M. PRAz, Unromantic Spain ecc .. 763 e frasi inglesi è lardellato il testo italiano, cosicché davvero per gu– stare la vostra prosa occorre un corredo linguistico non comune, in– glese, spagnolo, francese e persino tedesco ? Ma forse è tutta maligna- preveggenza, la vostra; il libro è per persone intelligenti e un poco cosmopolite; ché solo gli Italiani cosmo– politi amano l'Italia di cosi inconcusso amore, fatto di sicuri confronti e di meditati accostamenti; e solo le persone intelligenti accetteranno una Spagna come la vostra, e uno stile come il vostro, tutto a sopras– salti, ad accavallamenti, a distinzioni, a « torno un passo indietro», a parentesi: a me piace molto, ci ho peccato anch'io, confi-teor una se– conda volta; ad altri lettori darà forse un po' d'oppressione. Ma ben venga il vostro libro per persone intelligenti, ora che son di m.oda due ,Spagne ben diverse; la encantadora di cui sopra, o la triste Spagna rivoluzionaria che fa morir di crepacuore il buon dit– tatore. Caro Praz, voi ci mettete in più un po' di partito preso, una colo– rata indignazione da scienziato e da viaggiatore internazionale, un'iro– nia di toscano corazzata d' acciaio britannico ; ma insomma anch' io la Spagna l' ho sentita grandiosamente monotona, malinconicamente uguale. E se voi non lo dite esplicitamente, lo dico io, che in questa « grandiosa possente monotonia» è il suo fascino, è il modo della no– stalgia che se ne può avere, partiti, e che fa talvolta desiderare cosl forte di tornarvi (sebbene voi mettiate come epigrafe al capitolo. quella parola di Plinio, nihil novum, nihil varium, nihil quod non semel spec_tare su:fficiat). E come ora scrivendo in un piovoso crepuscolo della valle del Po, cosi sconsolato, umido, squallido, sottomarino,· che fa pensare che dav– vero Milano sia l'ultima città boreale, come ora scrivendo èvoco per grande desiderio di ripercorrerlo il cotto deserto d'Aragona, senz'acqua senz'ombra senza linee, calcinato e morto sotto il sole come la val– lata maledetta del mar Morto; così tornano mal sopite nostalgie leg– gendo questi vostri colori, cosi nuovi in un libro di Spagna, e così veri : « Chi ha viaggiato per la Spagna, sa come indelebilmente rimanga colpita la fantasia dall'aspetto délla nuda terra quasi desertica, stesa come un arido cuoiq sulle costolè salienti delle lunghe cordigliere, in– tenerita sotto i raggi del tramonto in una squisita pelle fulva, fatta d'un tratto morbida e carezzevole ;nell'oro lucidissimo dell'ultima ora diurna>>. E più avanti : « La Mancha sotto un cielo tempestoso; in primo piano bande di terra rossastra inframezzata di verde malachite ; poi terrazze_ e terrazze,• a perdita d'occhio, quella dello sfondo lun– ghissima, d'un pallido bianco· cretaceo, quasi di calce viva, venato di rosa, contro il i:;ielo nero. Che dominazione di linee parallele, ada– giate!». ,Si, colori del Goya. Sterilità, ozio, pazzia, misticismo; il Ribera, il Greco, l'Escorial; prodotti di queste linee eterne per eterna con– danna; ed il paese è landa di pastori che odiano gli alberi e le soste, e rùminano-monotonamente dall'alba al tramonto gli stessi sconclpsio– nati brandelli di pensiero. Il libro incominc~a, è vero, con· un capitolo intitolato Spagna pit- t3ibliotecaGino Bianco

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