Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

Souvenirs d'enfance de la comtesse Rasponi (1805-1815) 761 si sostituirono poi i robins, Aurelio Saliceti e compagni) furono t-utti elementi propri a comporre la figura del martire e dell'e;oe, e il culto della memoria paterna divenne nei figli qualche cosa di religioso o addi– rittura di fanatico, come in Letizia, che disponeva, nel suo testamento, voler essere sepolta ai piedi del padre. Non fanatismo ma amara e con– tenuta disperazione di figlia amorosa, nelle pagine i'n cui Luisa cerca di purificare la memoria del padre dalla accusa di tradimento (parola certamente troppo grossa per il caso), basandosi su un gruppetto di let– tere, le quali dimostrerebbero come Murat, nell'abbandonare il cognato, avesse sostituito la fedeltà a Napoleone con la fedeltà a un'idea di indipendenza italiana appena abbozzata. Una difesa in questo senso era stata già più volte tentata, anzi lo stesso Murat l'aveva preparata, e non v'è dubbio che gl'italiani debbano ricordare con simpatia, e anche con riconoscenza, l'uomo che lanciò il proclama di Rimini, sia che della indipendenza italiana egli fosse un sincero assertore, sia che la ado– perasse come un alibi per giustificare la sua condotta verso l'imperatore. Ma altra cosa è la gratitudine che la storia: lo storico non può collo– carsi dal punto di vista degli interessi particolari del suo paese, sotto pena di scrivere storia partigiana e unilaterale; né può giudicare gli uomini secondo il male o il b1me che hanno fatto alla sua nazione, nel quale caso non si potrebbe avere mai un giudi7,io definitivo e sereno. Ca– vour deve essere grande così nel concetto d«;llo storico italiano, come in quello dello storico austriaco; né è concepibile un Murat che alter- · nativamente sia un benemerito, quando lo consideri lo storico del ri– :-,orgimento italiano, e un traditore quando lo consideri lo storico di Na– poleone. Il fatto vero è che Murat non ebbe né l'ingegno, per conce– pirlo seriamente, né l'alto animo per attuare il concetto della indipen– denza italiana, il quale, del resto, non era sorto spontaneamente in lui, ma per le ·suggestioni del partito italiano, Colletta, ecc., che lo circon– dava; e ogni discussione in merito !>arebbe oziosa, quando non tenesse conto di questa indiscutibile premessa negativa. . Tutto questo, che si è detto, non esclude il valore sentimentale, as– sai grande, del libro della contessa Rasponi, che è un documento bel– lissimo di amor filiale, ed è nel contempo di lettura assai piacevole per l'interesse di curiosità dei ricordi personali, di cui abbiamo detto più sopra, e per la grazia semplice e chiara dello stile, che ha tutte le spez– zature e gli imprevisti del discorso parlato; ma parlato da una donna di grande intelligenza e di forte sentire. Né mancano pagine molto gustose, con ritrattini schizzati alla brava, come quello del precettore poeta Angelo Maria Ricci, non si sa se più timoroso delle violenze della terribil moglie o delle palle di cannone .all'assedio di Gaeta. Il senatore Mazziotti, ora defunto, ha corredato questi Ricordi di una sua prefa– zione, in verità troppo superficiale, e di alcune annotazioni, nelle quali, mentre si forniscono notizie biografiche, affatto superflue, su perso– naggi arcinoti, come Neipperg, Fouché ecc., non si !iene il dovuto condto1 della più recente letteratura murattiana, come la imponente opera. e comandante Weil !l le Memorie, testé ristampate dal Cortese, con ricco appa,rato, del generale Pignatelli. \ Grno DoRIA. ibliotecaGino Bianco

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