Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

A. Bucar, Il pittore volante· 757 ANSELMOBucCI, Il pittore volante. - Ceschina, Milano, 1930. L. 12. « Non voglio leggere Ohamfort; temo di trovarci tutto quello che scrivo». Cosi finisce l'Autobiografia di questo pittore volante; ed è autobiografia per assiomi di simile genere: « Io son dolce come lo zucchero; ma se mi camminate sopra, strido». Coµ temperamento cosi fatto, e visto che il caro prossimo è sempre disposto a passarci sui piedi, si capisce che la bonomia resti in sordina, e la protesta arrivi alle stelle. « I misantropi sono uomini dotati di buona memoria», dice un altro aforismo. Lui, l'autore, dev'essere uno di tali uomini. Ma l'applicazione d'una terza massima gli fa il libro sorridente e iride– scente : « Tra le "._erità che si possono dire e quelle che non si possono dire esiste una frontiera. Lo scherzo passa in franchigia». Lo scherzo mette la brillantina sulla pennellata e fa cantare i quadri tutti in tono maggiore: « Bou Saada in Algeria: Ohi sgranò tanto granoturco, da farne delle colline ? È la gloria del giallo rosa-, dall'ocra rosa al cadmio rosa » ; conclusione : « quelle dune sono state fatte apposta, per foto– grafarvi l'arabo in preghiera e venderlo in cartolina». Le arguzie più gustose sono appunto queste strappate al senso estetico offeso dal mal gusto altrui. O dal gusto altrui senz'altro, fosse anche quello di ,Sandro Botticelli : « Botticelli ha pescato quei suoi ventri femminei in orche– stra. Sono tutti violoncelli o contrabbassi». Ma non direi che le ribel– lioni nascano sempre da caso personale, e nemmeno che certe icastiche spregiudicatezze e iconoclastiche franchezze abbiano precisamente la funzione di un balsamo sulla ferita. Molto spesso, ferita proprio non ce n'è. C'è solo il gusto di far lo sberleffo dinanzi a cosa assai cele– brata, la passione del paradosso per il paradosso, della scemenza per la scemenza: « Se la terra è tonda, un uomo disteso a terra è con– vesso»; « se l'uomo è un verme, io sono un verme solitario». Petu– lanza,, esprit boulevardier alla maniera di De Musset giovane. E vorrei aggiungere, che questo esemplare umano non è allora quale ve lo era– vate forse figurato dalle prime battute di questo mio articolo. Fiele ? Acrimonia? Ma nemmeno per idea. Avete familiarità con pittori? Capaci di farvi confidenze di questo genere: « L'ascella di certe modelle ha odore di piselli ip. umido». Ma poi anche d'assicurarvi: « Qua-ndo è vestita, [la modella], e sta per andarsene, ridiventa donna. Un dito d'aperitivo. Un fiore, tolto da un vaso». Cosi Anselmo Bucci, il pit– tore volante; il quale dev'essere da· Fossombrone. Ne conosco più d'uno di questi artisti marchigiani sparafucile, con l'arma a tracolla e una rosa infilata nella canna. Adesso avete un'idea anche del libro. Frammenti, sono. E a lungo andare stancherebbero, se di tempo in tempo non si lasciasse intra– vedere la possibilità di uno svolgimento, da un prima a un poi, secondo un filo conduttore, o di un fulcro intorno al quale il pensiero e il mondo comincino a girare, o di un motivo dominante. È il caso di Tavolozza, Uscita dall'arca, Del viaggiare: variazioni sul tema «colori», varia– zioni sul tema «animali», variazioni sul tema «città». Adesso è il «cliente», poi è la «modella», a far da centro d'un sistema d'imagini e d'idee. E vi son pagine di viaggio, attraverso paesi, attraverso musei, BibliotecaGino Bianco

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