Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
756 C. ANGELINI, Conversazioni sul Van(lelo mercante di belle perle ... ; è simile a una rete calata nel mare .... » ; e pastori e pescatori, e seminatori, e mietitori, e operai della vigna; e quello ~he vende il podere, e quello che interra i talenti; e « interni >> illuminati da quiete lampade, e padroni e servi, e donne che intridono la farina, ossa buttate a' cani e margarite da non buttare ai porci, indizi nel fiorire e nel fruttificare degli alberi, e segni dei tempi nel cielo : ecco il « mondo » del Vangelo. << Povero Boileau, cosi destro a contare le sillabe del verso su la punta del naso, ma cosi tardo a sentire la poesia pur quando gli pas– sava vicina, con la fragranza di tutta la sua persona ! Lasciate che il Vangelo cada nelle mani d'un poeta vero .... Si conta d'un poeta irlan– dese che ha visto il Signore unicamente sotto l'aspetto di artista: Oscar Wilde che, per quanto grame siano state le sue faccende private, ebb,e in dono da Dio un'anima musicale da far pensare a certi biondi rosi– gnoli che cantano presso Eschilo sul .finire dell' Agamènnone ». È grazie al Vangelo, e alla sua divina poesia, che ci è finalmente dato di « sen– tire Iddio facilmente in tutte le circostanze dell~ vita (Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto) .... ». Il tempio di Dio è, ormai, in cia– scuno di noi: « Templum Dei estis ». Questo dà, al comandamento an– tico dell'amor del prossimo, il suo gioioso valore nuovo: « questo è il comandamento rnio: che vi amiate a vicenda». Perché tutti gli uomini son diventati figli, e templi, del Dio vivente. Di qui nasce la virtù nuova : la Carità. Cesare Angelini ama indagare le tracce di come Gesù esercitò la sua carità, il suo amore vigile, verso « le piccole cose», verso gli << spet– tacoli più fuggevoli e sparenti della vita» : le speranze del contadino sulla pioggia e sul raccolto, le cure del vignaiolo e della massaia, il vino nuovo che non bisogna metter negli otri vecchi e la chioccia che protegge i pulcini, il granellino dì sènapa e i passerotti che si vendono due per un soldo, l'obolo della vedova e il bicchier d'acqua che, dato al povero, avrà per ricompensa il Regno dei Cieli. E le tre grandi rivendicazioni o, come dice lo stesso Angelini con una parola che nel suo gracile vocabolario pare un po' ingombrante, valorizzazioni : quella dei poveri (ma ahi, par sospirare qui il commentatore, dove sono - più oggi « i poveri» nel senso del Vangelo?); quella dei fanciulli (con– tro la nostra superbia, Gesù non propose mai i grandi a modello dei piccoU, ma fece precisamente il contrario); e quella delle donne (An– gelini non trova molto evangelici i terrori d'un certo ascetismo me– dioevale, che nella donna vedeva soprattutto la femmina· e scrive . . ' pagme molto soavi sulle donne del Nuovo Testame,nto). Tirando le somme, è proprio vero che queste somme concordino con le premesse del Nostro ? che la morale del Vangelo non sia stata rivoluzione, ma solo trasformazione attraverso la continuità ? Que– stioni forse troppo grosse, per un volumetto d'apparenze cosi umili. Ma, aggiungiamolo sùbito, di sostanza cosi sana e _pura, e di poesia così intimamente nostra, cristiana e italiana, universale e paesana, che ?asta da solo a racconsolarci di troppe delusioni patite ai nostri tempi, m questo campo delle pubblicazi?ni, come dicono, <•edificanti» . . SILVIO D) AMICO. BibliotecaGino Bianco
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