Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

C. ANGELINI, Conversazioni sul Vangelo 755 CESARE ANGELINI, Conversazioni sul Vangelo. - « La ,Scuola», Bre– scia, 1930. L. 5., S'è letto in questi giorni, non sappiamo più dove, che Cesare Angelini è uno dei due scrittori a cui è stata affidata la preparazione della parte religiosa, nei famosi, e attesi, « libri di Stato » per le classi elementari. Queste Cdrl!versazioni sul Vangelo arrivano opportune fra l'altro, anche a darci la riprova che la scelta è stata buona. Angelini non ci tiene a parer dvoluzionario: per lui il Vangelo non è, come per altri, capovolgimento degli antichi valori, ma loro com– -pimento. « Io non sono venuto per dissolvere, ma per compire )) , Fedele al suo vecchio metodo, ch',è quello di guardare pacatamente le cose dal didentro, Cesare Angelini riprende in mano il Libro, e scopre in esso non tanto una Rivelazione nuova, quanto la riprova della conti– nuità d'un'ininterrotta millenaria Rivelazione divina; vi trova il su– premo, e in certo senso conclusivo, momento di cotesta Rivelazione, già iniziatasi dai tempi dei tempi per opera dei profeti, e, in modo più libero e vago ma non meno reale, dei poeti. Poeta egli stesso e credente, Angelini nel Vangelo ama leggere, con una « confusione)> che altri troverebbe forse deplorevole e che invece lo riempie di indicibile delizia, il testamento della nuova Fede e, in– sieme, il più gran libro di poesia. Prima Matteo, Marco, Luca, e Gio– vanni; ·poi Dante;_ poi _Manzoni. Le citazioni del « divino poema» e del « divino romanzo »; - _ vogliamo unirvi, sebbene presenti in ispirito meglio che effettivamente nominati e ricordati, i Fioretti ? - s' in– trecciano, nei commenti d' Angelini, ai tèmi proposti dagli evangelisti. I promessi sposi, « vangelo in azione)>, interpretano la parola di Gesù; Renzo illustra il Sermone della Montagna, e all'occorrenza quella cara ignorantona d'Agnese s'incontra suppergiù con Tomaso d'Aquino. · I motivi evangelici più diletti ad Angelini sono naturalmente i più popolari, confortanti e casti. « L'altre religioni hanno cercato d'av– vicinare Dio all'uomo; il Vangelo ha avvicinato l'uomo a Dio». Svi– luppando e approfondendo il punto centrale che nel Vecchio Testa– mento rimane affidato alla cocciuta e stupenda difesa del popolo eletto, l'unità di Dio, il Vangelo annuncia agli uomini, a tutti gli uomini, la Sua paternità. L'idea della Provvidenza era pure contenuta, senza dubbio, nella Bibbia degli Ebrei (anzi era, imperfettamente e confu– samente, intravista anche ne' poemi dei gentili) ; ma prima di Gesù, nota Angelini, l'intervento della Divinità nell~ faccende umane aveva soprattutto caratteri straordinari, miracolosi. È con Gesù che la vita ·umana si rivela, qual'è, naturalmente e interamente pervasa di divino; tutta abbandonata nelle braccia del Padre che la sorreggono, come sorreggono e nutrono la vita universale (vedi, nel Sermone della Montagna, i richiami agli uccelli, ai fiori). Di qui, il Nostro prende sommessamente ma felicemente l'avvìo· per la scoperta degl'innume– revoli aspetti della natura, e della vita, nelle sue forme soprattutto più umili, dimesse, domestiche, così come appaiono dalle parabole e dalle similitudini di Ge~ù « odorate di terra, di rugiada», « speranze e pro– messe», « musica e rivelazione». « Il Regno de' Cieli è simile a un BibliotecaGino Bianco

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