Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

748 U. E. PAOLI, Lar Familiaris rendere ottimi servigi anche nell'insegnamento universitario non sol– tanto italiano. Ad altri lavori del Paoli è già avvenuto di essere adot– tati in scuole tedesche : è assai onorevole per lui che noi, forse per la prima volta in qu!lst'ultimo sec?lo, _comincia~o con lui a ~sp~rt~r~ merce scolastica, nonostante la d1vers1tà della lmgua. La coscienz1os1ta nel lavoro fa anche questi miracoli. 0-IORGIO PASQUALI. DOMENICO PETRINI, La poesia e l'arte di Giuseppe Parini. Laterza, Bari, 1930. L. 12. Le armi della critica, nel Petrini, non c'è che dire, sono buone, di buona tempra. Gusto esatto (rarissimo oggi), larghe letture, reazioni pronte, ricca facoltà associativa, e una saggezza lenta nell'avvertire della parola il suono, il peso e, direi, il valore simbolico, proprio come nel suo maestro De Lollis; ma, dopo lette queste duecento pagine, pur cosi variate e frizzanti, si rimane perplessi. Quante volte frasi come « il mondo che cerca la sua forma», e « l'aridità dello stile didascalico», e·« il contrasto tra poesia realistica e letteratura», e « l'ironia che aiuta ad aggredire il realismo», quante volte tornano in un saggio in ,sò– stanza così corto! Bisogna arrivare alla conclusione, e aver l'orecchio ben attento, per sentir finalmente dire che, al di là di quei contrasti, e oltre quelle deficienze, c'è, nell'ultimo Parini, una malinconia, un senso delle cose che passano, un umano sentimento dell'amore. Non si poteva, allora, capovolgere i dati e le proporzioni, partir da una sintesi, dar vita a quello che è stato il lavoro e la conquista degli ultimi anni, ridurre a una verità centrale le minute analisi, muovere dal di dentro, anziché operare in margine a spender tanto ingegno ip.torno a un ara– besco che, fitto, sempre più fitto, inghiotte alla fine tutto il piano del quadro? Nessun poeta italiano seppe esprimere la tristezza d'un mondo in isfacelo, e ritrovare insieme le origini, e le ragioni, d'una vita morale quanto il Parini; non però indifferentemente, e con quel dist!l,cco crudele che avrebbe fatto di lui un mor_alista, o uno •storico, ma con una segreta malinconia per tante cose, pur belle, ch'eran chiamate a morire; ed eran la grazia d;una civiltà. Guardatelo nelle Odi e nel Giorno, di fronte agli uomini e alla loro vita viziata: è pieno di gridi e disprezzi; fategli veder le cose, ch'eran, pure, di quella civiltà stessa, e portavano il segno d'una raffinatezza stanca : le ammira, quando, a dirittura, non si commuove. ' Voglio dire, che alla vecchia immagine d'un Parini moralista e corrusco, la critica, in questi trent'anni, aveva lavorato a sostituirne un'altra, più V!'lra,più aperta, e, con tanto consumo di letteratura, più umana. Le complicatezze d'uno stile di sapore antico mescolato di rea– lismo non sono che il limite, uno dei limiti, della poesia satirica del Parini, come d'altri poeti satirici; ma dov-'è poeta solo, quei contrasti non sono avvertibili, Il di fatto non esistono. Dipinge, e gÌi basta. Com– pone dei quadri, dice il Petrini; si, dove le cose descritte vivono per sé, non carezzate da nessuna compiacenza sensualistica; sono invece BibliotecaGino Bianco

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