Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
U. E. P.A.oLI, Lar Familiaris 747 --------------- --------------- autore quella meravigliosa intimità con la vita romana ch'egli ha· saputo acquistarsi di prima mano, leggendo classici e guardando ma– teriale di scavo, egli che pure è altrettanto pratico di vita greca e che del diritto attico è tra noi il maggiore cultore, uno dei pochissimi in tutto il mondo. Orazio, l'Orazio delle Satire e delll;l Epistole, è forse meno rappre– sent;i,to; e qui sarà in giuoco la ragion~ opposta, non già disamore o antipatia, o tutt'al più una certa sazietà: la nostra scuola media soffre di eccessi oraziani, e io credo questa malattia grave, anzi mor– tale, come avrò presto occasione di esporre. Ma anche altro è da dire : Orazio è scrittore molto, troppo commentato e discusso, e il Paoli, tempra scientifica, non trova gusto a ripetere i discorsi degli altri, a travasare Kiessling-Heinze, magari versandovi sopra una salsa este– tica che dovrebbe mettere d'accordo il commentatore italiano con la moda e intanto giova a dissimulare i non callida fitrta. E sì che pro– prio nelle introduzioni preposte ai singoli componimenti oraziani il Paoli imposta e risolve con novità e maturità di giudizio problemi che importano all'intelligenza del tono fondamentale di ciascuna satira! Eppure si dice che il contener troppo poco Orazio abbia finora nociuto alla diffusione del libro del Paoli nelle nostre scuole. Se fosse vero, mi dispiacerebbe, perché mostrerebbe che vi sono in Italia professori che non sanno leggere se non nel libro su cui hanno imparato o (a voler èssere caritatevoli) che giudicano superfluo legger qualcosa di nuovo, dal momento che hanno il posto. Mi si dice anche che il libro è stato invece comprato parecchio fuori della scuola media, che ha dilettato gfr ozi serali di parecchi professionisti amanti del latino : que– sto è un segno buono. La peggior figura dei quattro la fa Plinio, letterato puro, e quindi, come spesso, un po' piccolo e molto vano. Dirò chiaro che di tutto quel che Plinio ha scritto, non posso sopportar nulla tranne il carteggio con Traiano : qui il governatore di provincia che scrive al suo sovrano, non aveva tempo di perdersi in lecchezzi; e a sua lode si deve aggiungere che il senso della responsabilità lo solleva qui sopra se stesso. Ma gli altri libri delle Lettere sono troppo ricchi di notizie per le antichità private per poter essere trascurati, se queste devono rimanere nel centro dell'insegnamento. Il commento ai singoli passi è, come si è accennato, un capolavoro di erudizione opportuna: nessuna difficoltà reale o formale è evitata; note che, com'è stile dei commenti scolastici, traducono leziosamente quel che s'intende da sé, - del tipo « instar equi=a mo' di cavallo», - mancano del tutto. Ai brani è preposto un titolo scelto così bene che orienta subito, risparmiando- spazio nelle note a pie' di pagina: un'arte che nei commenti italiani fu .introdotta, credo, dal Pascoli; Le tratta– zioni sistem3stiche, preposte ai singoli capitoli, sono più chiare e più al corrente di quelle dei manuali anche recenti. Le illustrazioni, per lo più piani di case, non -aggiunte, come usa ora, per sfoggio, ma limitate a quel ch'è necessario per chiarire e a tal fine sufficienti. Non sorprenderebbe che il libro, che quale opera scolastica è molto superiore a tutte quel}e, pure ottime, che il Paoli aveva sinora prodotte, potesse BibliotecaGino Bianco
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