Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

La messa ultima 591 Vic((lverisa,entraindo, la chiesa era piena di gente, l'o,r,gano suo- 111ava : mess,a cantata. Piamo piano, girandlo tra i contadini, acco– sciati ili terra inforno all'acquasantiera, e traversando le file di contadini\_ sempre più fitte, si arrivava a quel benedetto pilastro di sinistra, al banco giallo, su cui spiccava in nero un n,ome caro, al banco nostro: pieno più che mai! · · Le contadine avevaino posate lé ceste sull'inginocchiatoio e, se– dute in nla, guardavano tranquille l'altar maggiore, come se non avessero visto illlai quel gran quadro della Trilllità: il Figlio che abbraccia la sua- croce, il Padre che lo guarda solenne ,nella suai gran barba, e lo •Spirito Sa111to in alto, in forma di colomba, in mezzo a UIÌlaraggera dli fulgori. « Mammà )) si chinava all'orecchio della prima contadina e le · sussurrav:a pianissimo : - Scusate! il banco è 111ostro. · Quella si volta un momento e torna a guardar l'altar maggiore. Allora mia madre, delicatamente, appoggia una mano alla spalla della donllÌa e dice un po' più forte : - Quella donna! il banco è mio! Lei guarda la vicina, e tutt'e due strilllgono le pieghe alla sot– •tam.a,scoprendo due d1ta di panca. - No; - mia madre inoalza, - lo vedete, siamo in parecchi ; bisogna proprio che qualcuna se ne vada! Allorl'l, quella si decide : si alza, prende lentamente il suo cesto e se 111e va, senza. un fiato, tutta ingrugnata. Mia madre ripete la manovra c-on quella che vien dopo, una volta, due, tre .... illlutil– mente. Noi aspettiamo; la scena ini affligge; solll combattuto da due sentimenti opposti. Per un verso mi pare che mia madre abbia raigiQne : il ba111co è nostro ; il ,nome diel nonno è cosi chiaro ! tutti san1110 quanto lui faceva per la chiesa: quell'altare della Mad,onna lì a sinistra, còn quelle anime del purgatorio, ignude, a mani giunte, tra le lingue rosse delle fiamme, tutti sainno che l'ha dipilllto lui; il banco era suo e adesso è nostro. Ma d'altra parte quelle contadine sono arrivate prima di noi e vogliono anche loro ,stare a sedere, pregare in pace : 111ella casa di Dio non siamo tutti uguali ? Anche in Paradiso ci saranno le panche pa~onali e i p-osti presi ? Le contadlillle 111-on si SO!l.10 alzate, si sono un po' schiacciate l'una contro l'altra e hanno libe rato la predella: mia madre si è decisa alla fine a inginocchiarsi e 111.oi c siamo me.ssi accanto a lei. Secca ~n poco 1110tI1 potersi sedere e sentir si quelle ombre dietro : ma finirà pure questa messa cantata ! Ahimè! Siamo ancora al Sanctus. Dall'alto dell'or,gamo i cantori rinforzano' la voce, mettendo la mano a sventola vicino ai ba:ffacci rossi di tabacco; ma si stamcano presto, e in compenso è l'organo che dà fiato a tutte le sue cainne: si vede di qui la schiena a baule. di quel povero maestro, che si butta addosso alla tastiera. Sconta BìbllòtecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy