Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
590 G. Buooi per tutto il portico li intorno un odori!Ilo acuto d'i mi~le e ?i can– nella. Getulio aveva vuotato sul banoo mezzo bazar : 1 lumi a pe– rtrolio, le maJtite coloraite, .risme di cart•a da lettere_ e balocchmi di latta, a prezzi incaintato.ri. · Ma l'Evelina soprattutto e l'Isoli!Ila, e la. Menca di Torquato, tutte le merciaie grandi e piccine, avevano allungato la bottega fino a metà del oorso : !Ilel cielo del portfoo u111a fila di fazzoletti a colori accesi,. sventolam.ti , che pareva il gran p~vese di una flotta da guerra; co!Iltro le oolonne, pile di stoffe che arrivavano alla volta; e nella strad'a finalmente un gliam.quadrato di tavole, tutte infioc– cate, con in mezzo la Menca, l'Evelina e l'Isolma, che si sbraccia– vano a vendere, spetti111ate, sudate, roche, oome le zingare quam.do dicono la buffilia ventura ai soldatini .... Altro che fiera di' Smi– gallia ! dove avremmo potuto sognare noi ragazzi una galleria più ricca di colori, di odori, di rumori ? Persino Davidi111-o, l'orefice ihsoinnito, che gli altri giorni la– sdavia ronzar le mosche dietro il ori,stallo del ,suo vetrino!Ile vuoto, si em dreiso,. per J,a festa, a riempirllo di collooie di oorano e di bocoole •a pendaglio_; ainche Carlino, ,sulla ,soglia della sua far– :i;nacia, ~i dava un gran da fare a vendere i giomali di Anoomi, e di Bologna; e sulla porta del municipio, Gedeone, colh la faccia sbar– bata, e la daga lustra lu,st11a,aveva quaJ.che c,o,sadi marziale. 1111 mezzo a quel bailamme contadinesco, quando appariva un· vestito e una faocia signorile, faceva per oontrasto un effettone: le Ohiàravelli, le Oeppetelli, le Ricciaro!Ili, le Biondi, la contessa Stac– ci,ola con le figlie. Quasi sempre il gruppo delle signore era affiancato come -il nostrò dal gruppo dei ragazzi, che facevano come llloi, spingere e canzonare. Ma mia madre e le conos,centi si guardavano un mo– mento contegnose e poi si facevamo ridenti Ulll bell'.inchino: pro– fondo il saluto e limpido il sorriso, ma, in quel minuto seoo!Ildo, ognuna aveva fatta all'altra un'ispezione spietata, dal cappello fantasia alle scarpine; e poiché qualche dettaglio pur sfugigiva, ognuna delle dame a un certo pu!Ilto faceva per voltarsi ma o-li sguardi si i!Ilcontravano a mezzo e deviavano subito, non ~enza ~n altro mezzo sorriso e U!Ilmezzo inchi!Ilo, che volevamo nascollldere tante cose! ; · Alle volte mia madre non riusciva a tenersele tutte per sé ed arrischiava amche con llloi la confidenza: - _ - Hai visto la Ricciaroni ? quello si chiama foulard ! Io, ché di èerti segreti femminili- filllo d!a allora 1110n e capivo U!Il'a.èca,- quamdo si dice il desti!Ilo ! :;-- fa.oovo gli occhi groodi : « mammà >> si -accorgeva di esser stata debole e riprendeva subito·· il dominio: - Raga_zzi, a,ndiamo ! Si fa tardi per la messa. 8ibli0teca Gino Bianco
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