Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

La messa ultima 589 a_d Ulll\ fa.va , ,e_fare due rivi,ste in ulila volta a ,due informate di signore eleganti. ... Ah mamma mia ! son pure peccati veniali quelli che adesso viooe scoprendo in te il tuo figliolo ! Aiutalo tu a fargli perdoillare dal buon Dio tanti altri peccatacci tarnto più grossi! Dunque si andava alla messa di mezzogforno, ma uscendo per lo meno UIIl'ora avanti. Da casa di noillna al duomo c'è d'a fare tutto il corso; ,non è lungo, ma la festa, quando il portichetto è pieno raso di gente e di roba, ce ne vuole per arrivare in fondo, a quella madonnina di Loreto, che guarda lo sbocco verso il vescovado! Una piena addìrittura: tutta la campagna e tutta l'urbe; perché la festa da noi, pei contadini, è il gioi,no di Dio, ma anche il mer– cato. Ne sentivamo il brusìo fin dal mattino, a entrare in sala, Uill brusio da iaJlveare; e a metter la testa fuo 1 r della persiama, si voolev:a per tutto il corso un brulichìo di macchie ,nere e bianche, uomilili e donne, con qualche macchia rossa e gialla qua e là, gli ombrellillli delle signore. Davanti a casa la folla ,diradava in gruppetti ani– mati : attorno ai tavolini del « Caffè del Popolo,)) i mediatori tira– vamo _i villani per la giacca, urlamd:o le cifre_ degli scudi; davanti al ciabattino era una· fila di bighe infinita, che rasentava tutto il marciapiede fino alla voltata di San Filippo: le stanghe in aria e i ces·ti vuoti UJCCatastatiso,tto il sedile: e !Ilea,rrivavano sempre. Quamdo s'era scesi, fino al «Taglio)) la 0osa era amcora pos– sibile; ma al cra.ffè di Zia Martina, aJlprincipio del portfoo, lì 00,mi'.n– ci,,ava l'aSiSalto. Noi ragazzi si era il plotone di punta: i gruppi fermi sfondarli, e ·quelli che incalzavano aggirarli. Duri i contadini, con quei vestiti insaldati a, righe bi.a,nche e blu, il cinturino candido della c8Jlllicia stretto sulle vene porpora del collo e gli scarponi che sembravano iinchioda,ti all'impiantito ! Ma peggio le contadine, che venivano avamti a braccetto, a tre per tre, sventagliando i sottanoni a pieghe, superbe del loro corpetto bianco e del fazzoletto a fiori, tirato sui capelli, che incorniciava quel loro visone tondo e indifferente. Filavan via seinza voltarsi, amche a prenderle a gomiti nei fianchi! Ogni tamto le filand&rettey ricci al vento e sciaille di seta a frwnge sulle spalle, che a, pigiarle un poco di dietro, si voltavano di scatto inviperite: - Oh quel fiitlin! è questa la maniera? - E noi a, girare di fimnco, ridendo forte, a rischio di inciampare in qualche cesta. Ché, nolil bastamdo la gente, il portico era pieino di roba. Per cominciare, le fruttivend!ole avevano portato al sole tutta la merce del loro sgabuzzino : giallo di fichi, di pere, d'uva mosca– tella e viola di melamzane e verde di lattuga e di cetrioli. Gaetalilino aveva messo fuori i rotoli di corda e i mazzi di candele, e c'era BibJiòtecaGino Bianco

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