Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
576 O. Alvaro che festa fosse, che non ne avevanò mai sentito parlare. Ma 1I1es– su1110 lo .sapeva. Non si sa oome, rotolò in mez,zo alla piazza u111 barilotto di vino e correvano i bicchieri da mamo a mano. La Pir– ria, verso sera accese il lume a petrolio e lo esp,ose alila :fi111estra, e a quel chiarore la gente i-;i,era data colllvegno, oa111trundo e gr1dand!o. - Non li vedete i fuochi? È la festa, della Montagma. - Nella casa del signor Filippo le :fi1I1estrerano chiuse e senza ·11ume.Solo di qurundo i111 quando una testa i,,;iaffacciava 11, spiare e la :finestra si chiudev~ fr:ettolosamcnte come davanti alla tempesta. La voce di quello che succedleva m montagna si propagava rapidamente,. e le donlile,se la gridavano a squarciagola. Oa,pre e buoi del signor Fi– lippo non esisteva;no più, arrivavam.o perfino i mercanti da fuori a chiedere se c'era da oomperare bestie morte. Segno che la fama era andata molto lonta;no. P,oì alltri mercanti scesero dalla mon– tagma menando davanti a sé certe bestie, e a chi domamdava dove le avessero comperate rispoilldevano che gliele aveva vendJute un giovane, lassù. - Avete capito che cosa ci avéva? - s•tri}lava la Pirria. - Cinquooeinto p•eoore, dueoento buoi, e -settantacmque porci. Avete capito ? Ad aumentare la gazzarra apparve qualche oosa di sopranna– turale, U!Iluomo ch0 IJ)Ochirioonobbero per l'Antonello. Pass3i!Ildo fra quella turba magna, su UIIl muilo, buttava di sella oerti carichi sanguinole111ti: - Ecco, ,gente, di che ,sfamarvi. Eooo qui carne di vitella e di pecora fresca macellata. C'è da mangiare per tutti. IUempitevi la pancia per quello che avete digiu111ato. - Buttò quella roba in mezw alla follla e sparì. U111avoce là in mezzo gridò : - Anche le .be~tie del signor Camino Mezzatesta sono spa– rite. - Allla soona della ga.zzarm succedette un'aipp ,arizione.di do!Ilne ooi cwpelli sciolti, mogli di pastori, che si schierar ,onò dav3! !Iltialla chiesa faoend,o gran lamento. Si strappavano i capelli, mentre la ge111te si rillltanava nelle case, e :la Pirria ritirava rapidame!Ilte il ll1lle, ma non ,se111za gridare : - Ah, gioia mia! - Ma alcune di quelle donne ,si rioomp,onevano e si ,staccavano da quel quadro,. perché Ulll pastore· venne a tr3Jl1Jquillar,e le mogli dei picooli m3i!Il– driani, che no111 erruno stati toccati : - Soltanto i grossi, si sa; il fulmine soeglie sempre le grandi aJltezze. Immane,· al lume di una fiacoola di resina, ap,pa;ve il signor Filippo. La piazza ,era stata sgombrata, e vi si aggiravano sol– tanto Allldreuccio e il Titta che inforcavano i loro cavalli. per_rag– giungere la m0111tagnae far giustizia dei malfattori. Si gridò: - Fate attenzione. - U1110 reggeva- la fiaccola suil capo del signor Filippo, ner,o, tutto a brandelli, mentre qualcuno gli strofinava il viso e le mruni oon una pezza illltinta d'olio. Aveva due righe di samgue s1;1lviso. - Attooti a non urtarlo, scansatevi. Non lo ve– dete che ha perduto gli oochi? BibliotecaGino Bianco ·
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