Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

554 O. Alvaro tremava. Ella lo haci?i- ia:n,provvilsamenite,stringendolo fra, le sue braccia magre, e rideva. Il ragazw si mise a gridare che voleva amdar via. VII. Il Pretino tornò a casa col batticuore. Si mise in un run,golo<llilla cucilna, accanto alla ,Saveria, che era sua ,sorella, e ,stette a guardare il fuoco che si avvolgeva a.l1lapentola nera. Aveva timore di guar– àare sua ,sorella, e 111ello stesso tempo gli veniva da ridere. Ella gli si sedette aocrunto, ed egli non ta:rdò ad addoraneintarsi col capo poggiato alla spalla di ileì. Nel so111no udiva tornare in casa i fra– tf'lli, e la voce già grave e burbera del Titta, e quella maliziosa dli Peppino, e quella assenrn.atina di sua sorella. Nel sonillo gli pareva che ,sua maidre picchiasse ila Teresa, 111el so111no vedeva la fontam.a dove le donne ,si riunivruno a ciar1are, le strida e i gesti di queste donne, mobili e raipidi, e gli occhi lucidi, e gli pareva che fossero intorno a carezzarlo con le loro mani bru111e corte, e ne sentiva il respiro come ,quam.doera più piccolo. Poi senti che qualcU1110 amo– revolmente lo spogliava, lo metteva a ileitto, e istintivamente chiuse le braccia intorno a u111a testa che respirava sul suo viso un alito dolce e caldo. Era sua madlre; e cOilile,sempre gli accadeva 111el son1110, ne sentiva il calore della pelle, e la grana fine, e quasi urn sa;pocredolciastro. Si ruddo,rnnentòrsu un'·ailta orn,da di suo1110 oo,me se il suo fotto si fosse levato smisuratamente e toccasse il soffitrto. Alla matti111a il suo risveglfo fu dolce e penoso come dopo u111a maJlattia. Aveva l'Ìtlllpression-e, 111el dol'miveglia mattutilno, che avesse lasciato alla vigilia un gioc!),ttolo che gli piaceva molto, ma ora destam.dosi non sapeva più quale, e :finalmente gli venne allla mente l'immagi111e di Teresa e il suo gioco. Avrebibe voluto tornarvi ma 11101Il vi voleva pensare, e tremava dli u111 tremito che gli scioglieva il sa111gue. Quando fu desto e vestito, sua sorella petti111ata strettamente e ancora umida d'acqua fresca, gli disse che la mamma doveva par– largli. Egli si precipitò nellla ,stanza dov'era di. solito il signor Ca– millo Mezzatesta, il quale ebbe un lampo di gioia negli occhi a vederlo, e u111 ,sorriso all'•run,golodella bocca, infantiile. Era appena rasaito. I ,servi avevamo finito di vestirlo, e stavruno· ai suoi piedi, ad allaccia:rgli le scarpe. Egli abbassava dli quando in quando gli occhi ·a guardarli, senza fretta e senza impazienze come un bann,bi1110. Quando !l'operazione fu finita, entrò la· Pirria e sedette· su una sedia bassa. Attrasse a sé il ragazzo, 110 baciò sulla guancia co111 un bacio schioccante, e gli doman~ò co111 più attenzione del solito: - Come state, piccino.mio ? - Quando era tenera gli parlava col voi. Il padre lo guardava con attenzfo111e,e ,sorrideva mentre u111 filo di ,saliva gli scendeva dagli angoli della bocca compiaciuta. In r BibliotecaGino Bianco

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