Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
546 O. Marchesi Fra tutti gli amitnali l'uomo appariv·a adl Aroobio il solo oon– d31Illllatoai lavori forzati dal suo maligno destino : condannato a ·faticare sempre e per tutto, per avere una veste, un tozzo, un. ri– paro: condannato a essere illlfelice sin dal lamentio dlel suo pirlllo apparire nel mondo. E non sentiva che quello poteva essere il do– lore cOltlcesso dalla natura agli uomini. Questi scrittori cristi,ani 1101I1 vedono nell'uomo che o il -c,orndarnnatoo il salvato da Dio : l'anima da Jll3Jildare a,salute eterna o a eterna perdiziOltle. Sulla terra niente vale: tutto è brutto, colpevole, doloroso: ed è tutto vano; si .c,omiltlceràa vivere qu31Ildosi finirà di vivere. Ma una voce · pagana ,aveva 3Jllnunciato all'uomo sulla terra: « Hai perduto tutto se hai perdwto i1ltuo dolore)). Non è frase che si po,ssa ri.Jpetere a111a moltitudine, questa: ma l'individuo ,a se stesso, sì, può ripeterla, e può rioonoscere questo tesoro di dolore, chiuso dentro lo spirito suo, che 1o accompagna verso la morte dlovev•anno tutti per Ulllavia ch'è cOltlcessaa lui solo. III. Ma il male che esiste nel mondo, chi lo ha creato? Era 1a com– mossa dom31Ildache agitava allora il moindo intellettuale cristiano. E Arnobio non poteva trascur,arla. « .Se tutto si c,ompie per volontà di Dio e nulla accade seinza il suo cenno, anche i mali ltlasoono per sua volon,tà. Se 1'nvece 1 si affemna che Dio no,n è C0111S8,pevole né generatore di alcun male, allora bisogna concludere OOltluna be- . stemmia: che le oose cattive accad•Oltlocontro il volere e all'msa.– puta di Dio. Se, oome han fatto alcuni filosofi, si mega la esi– stenz.a del male, un grido di ·protesta si leverà da tutte le genti a ogni ist3Jilte martoriate. Dunque il male c'è. Allora perché I)io on– nipotente non lo foglie dal moltldo? )). AI'nobio risolve il rproblema formidabile ed eterno con fede ed umiltà religiosa : « Non è neces– sario rispoltldere, e non importa 1I1eppure saperlo. Una sola oosa basta sapere : che ltlulla di lllocivo e di rovinoso può venire da Dio. • Ba~ta fermarsi in questa verità di cognizione e di scienza: che quanto viene da Dio è per necessità salutare e pieno di amore e di gioia e ric,oo di infiniti e Ìltloorruttibili piaceri : al dli là ·è la rovillla e la morte)) (II, 54-55). · Quanto pensa Amobio sulla essenza delle anime, sulla. origine e sul destino dell'uomo, si può ricollegare quf\, e là, seltlza nodi si– curi, a quanto avevano detto scrittori pagani, cristiami e gnostici: ma sono oollegamenti frammentari e inoorti. AIIlche San Giustino, anche Taz.iam.oavevano _considerata l'anima umama come per se stessa mortale. Ma conosceva questi scrittori Arnobio? E se Ii oo– nosceva perché attingev·a da loro queste sole nozio111i tmscuram.do · le altre che avrebbero dovuto r·addrizzare H suo pensier o sui punti BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy