Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

542 O. Marchesi colato della bestia. Ma nella scuola egli impara e diviene esperto e prudente: anche i bruti con l'uso e l'assiduità imparano a fare quello che da _sénon fo<l'ebbero. . Alla boriosa e religiosa certezza che afferma il mond!o creato per l'uomo, Arnobio rispo1I1deoon una durezza che IIlOIIl fu mai su– perata. Lucrezio 1I1on avrebbe trovate parole più aspre e avvelenate per distruggere la ridicola chimera. L'uomo, - dice Arnobio (II, 37), -- IIl0!ll serve a niente 1I1ell':uni– verso. Senza gli uomini nessullla legge di natura sarebbe mutata: le costellazioni compirebbero il loro corso, ci .sarebbero le estati e gl' inverni, i venti seguiterebbero a urlare e dalle 1I1ubile piogge scenderebbero a bagnare la terra inaridita. Tutte le cose andreb– bero secondo l'ordine 001I1suetose nel mondo 1I1onsi udisse più il nome dli uomo e ilil questa terra fosse un silenzio di vuota solitudine. Nessun'opera umana gfova alla perfezione del mondo. Ohe importa _ al mo1I1do ci siano sulla terra re, dominatori, 001I1dottieridi eserciti, oratori, :filologi, poeti, :filosofi, istrioni, cantanti, corridori, pugi– listi, ballerini, funMnboli, impostori, pasticcieri, profumieri, pe– scatori, cacciatori, lavandai, lanaioli, ricamatori, cuochi, mulat– tieri, beccai, ruffiani e meretrici? Tutta questa gente non fu dav– vero lllecessaria alla ,costituzione del mondo, alla cui integrità nulla sarebbe mancato se nolil si fosse aggiunto il peso di questo animale misero e illlutile, dal .suo misterfoso autore formato a somiglianza della_scimmia (III, 16). La sua miseria si manifesta subito, fin dal momento in cui espulso dai genitali d'una femmina appare questo re dell'UIIliverso che urla, succia, s'imbratta delle proprie sozzure e .si accheta al dondotìo di una cullla o al crepitìo di Ulllsolllagli<;>. Poi cresce e vive uomo tra gli uomini, e fa quello che ,g1li altri fanno nella pace della vita civile: mentisce, raggira, si esercita e si ad– destra in tutte le arti dell'illlganno, della lusililga e della frode: predatore con la maschera della umiltà e oon la carezza della p-a– rola bugiarda; e l'ora della ·s1mulaziollle :finisce quando solllo libe– ramente co!llcessi gli odi aperti, i furori bestiali e le crudeltà im– mani della guerra. Se cerca Dio non lo trova; se vuole adorarlo, adora pezzi dli legno, di bronzo, di pietra; se vuole pregarlo di una grazia, lo prega ool sangue di vittime sgozzate. Nessun sentimento comune concilia gli uomi!lli, mai: nessuna luce di pensiero li ri– schiara tutti insieme : discordi 1I1el riconoscere il berie ed il male, il glusto e l'ingiusto, l'utile e il dan!lloso. Bramano di sapere la verità e si trovano sempre davanti alle tenebre (II, 40-41); vogliono riposa re e nolll possolilo, costretti a continua fatica per vestirsi, IIlU– trir.si, ripararsi: per sodisfare la insaziabile avarizia che li fa ladri e assa ssini: esposti a tutte le tempeste della fortUIIla, a tutte le asprezze della miseria, <llillaschiavitù e delle infermità. Se vogliono apparire belli rnel corpo e <l'eslderaibili, han bisogno, le don1I1e di BibliotecaGino Bianco

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