Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
Il pessimismo di un apologista c_ristiano 539 che abbandona al carnefice il proprio corpo per non abbrundonare la propria a1I1ima, è fatto esclusivamente cristiruno: e resta fatto cri– stiano anche se più tardi sarà compiuto di fronte al potere perse– cutore della chiesa cristiama ; e resta e resterà fatto cristiamo sino a che ci .saramno uomini e gruppi di uomirni disposti a farsi a,m– mazzare per testimoniare, quale che sia, la propria fede in ullla giustizia che non c'è runoora. Al principio del quarto seoolo, quando sulla Bibbia giudaica da più che due secoli aveva fondato la sua dottrÌIIla Filollle di Ales– sarndria, qu~ndo sui libri scritturali avevano unicamente fondata la loro apologia San Giustino nella lingua dei greci e San Cipriano· neilla lirngua di Roma, vien fuori un apologista che trascura la Bib– bia e la teologia cristiana e Ìlllaugura quasi illl nome del cristiane– simo una sua cristologia, una sua dottrina animistica e antropo– logica. Qualunque cosa si sospetti o si attenda da una sottile ama– lisi dell'opera arnobiana, bisognerà ·pure ricollloscere che questo apologeta igrnora tutto il lavoro dottrÌIIlale che lo ha preceduto. Egli è un .pagano disertore del paganesimo, è un retore nemico dei re– tori, è UIIl letterato che non può tenere in ,mano i libri dell'amtica sapienza : è soprattutto Ullluomo disgustato degli uomirni; e a que– sto •suopessimismo, - vale a dire, a questa sua impaziente pietà, - cerca, IIlOn un suggello di schermo, ma un suggello di fede. Nol[lvuol morire quest'uomo che ritiene l'anima mortale: e tr9va la luce nella fede di quegli uomini perseguitati che morivruno per vivere e lllella credenza ÌIIl quel Cristo che già empiva il mondo della sua religione e deHa sua divirna storia portentosa. Nel tempo delle con– cezioni e delle esaltazioni 1I1eoplatoniche, Arinobio cerca quella fede in cui l'anima si riposa ed ha pace dalle vane ricerche dell'illltel– letto e dalle runsie della vita: e lo dichiara ai seguaci di quell'elle– lllismo neoplatonico e mistico che si cornvertiva nel terzo secolo ÌIIl una religione condanrnata a. perire perché conservava ancora al– Fintellettualismo quella libertà che toglie la pace al credoote: «Voi,~ dice Arnobio ai neoplatornici (II, 11), - oredete a Platollle 1 a Pitagora, a Numenio: IIlOicrediamo e ci acquetiamo in Cristo: nos credim11tset adqu,iescir,w,s Christo )). · Nel suo Carme Apologetico (vv. 309-10) Commodiruno, il men– dico di Cristo, aveva detto: « La vita che viviamo ora è tutto un tomnento: non ci resta che la spera,nza iilel futuro)). :È questa 1~ illlsegna della strada che dal seco1I1do al quarto secolo portav-a molti spiriti inquieti della ,società rpa.grunaal cristianesimo, dove era no:n soltarnto la speranza del premio, ma, meglio ancora, quella del ca– stigo. Giacché, peggio che la propria miseria, è talora il male :Lm– punito; e la bollltà di Dio non basta a dare Ulllafede : occorre so– prattutto la giustizia di Dio. BibliotecaGino Bianco
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