Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

Avventura d'estate 533 Guardò ·intetn83!menteil pam.o•ra:ma dei monti; la guerèl'a era rpws– saita in quei luoghi dieci amni fa e non vi aveva lascfo,ta la mim.ima t-:r~accia. L'aria limpida defiiniv0,c,e:rti pra;ti verdi ,sugli ampi dor:Sallidei _mOIIlti. Egli vivev,a seguendlo con lo sguardo i contomi nirti,di delle cime coo.tro il cielo. Sentiva tutto il suo ,&aJll.gue circolare e biattere, per consumarsi nella creazione del pamoril,m~ che era di fuoJ'i, dentro aUe pupille dei suoi oéchi. La d01I1na {upparve suJla porta ,sorrideind,oe gli chiese che cosa fu– cesse. Pareva che fosse sèmpre domÌIIlata da una curiosità ,sui pein– sieri di lui. Rozza com'era, ,e.a.pivache l'uomo, dopo la rivelaz.iorne del 1piace:re,ha ainoora altri suoi segreti. Egli rnon ile rispose a t01I10. Le rp:ropo,sed'rundar ra .p:a;sseggiaire,e uscirono. Celeste, daJlla rporitra, vedendoli passare fece griainòi complimenti e augurò buona patSseg– giaJta con la cordiaJità p,:rem,ur,osa ·eh' era Ull1 po' di suo ipadire ed è un po' di tutti i padr,o[li d',albergo. Alcuni giovani del parese li osservarooo, interrompoodo i loro dlisoo:rsi. Lra donna lo prese al braccio. Gli dava noia. Scesero per una stradetta. verso i mulini. Si stupì di vedere 1 sulle porte delle (¼)Se alcU1I1evecchie sedute che ·li guairidavamo curiose e maJ:i:gne. La · guerra aveva d'improvvi,so distrutte tutte quelle ca-se, egli non po– teva ·spieg.wsi oome quelle vecchie avessero potuto sopravvivere. Più iaV13Jilti v'era un piccotlo e-orso d'acqua limpida e le :rive erruno coperte da larghe foglie. Quell'acqua limpida e quelle foglie egli le oono,sceva. L' aicqua era fredidissirma e le foglie a toooarle ruvevano un odore di pesce. I 1ID.ulin i erarno là vicino, poi c'era la ferrovia, al d'.i Jà il Pi0ive e, più , avam.ti, il ponte ferroviario su ,d'un a,lrtrotorr,enite, quasi 1sem11H·e a,sciutto. I sassi del torrente el'aJiloarsi e biainchi di sole e gli argini sorretti da gro.ssi blocchi di pietra ,rossa. Ritrovò ogni co'Sa; avrebbe C8Jillillinaitopiù svelto, ma lei"p,a1,eva:iJmpacciat,adalle ,i,caripenuove. Si sedettero ai piedi dell'argine, aJldi là, della ferrovia; lì, em felice di srbairee di guardare l•eaJcque soorrere; stavamo seduti vicÌIIli, non parlavamo, solo qualche volta si accarezzavamo. Le chiese se avesse appetito, guaJrdò l'orologio, le mostrò l'om!bra d'll!Il monte p,roiet– taita s:u d'urn g:riamdesquarcio di rocci0i a pioco sulla valle che serviva iai contad~rni oome indkazione delll'ora. I~a ·gi&mvta s•arebbe stata calda. Ritorinar,ono •all'albergo dopo e,ssèrsi bacia-ti. Nel ·salire lo siprutò della ferrovià, egli l'•aiutò, reggendola oon le imam.i sui :fi3Jli.chi. Avev'8i una dorun,a tutta per sé. O'eraino gruppi di salici folti e pensò di trattenerila e portarsela là sotto. Glielo disse ; ella lo prese per •mano e illel suo dialetto gli BìbliotecaGino Bianco

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