Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
640 A. DonLIN, Berlin .Alexanderplatz, ecc. prima che vicenda di un pers~naggio, gigantesco capriccio di un autore che se ne infischia della sua creatura pur avendole dato vita a buono, che non ammette di farsene tiranneggiare, che l'afferra, la pianta, la riacchiappa a suo libito, che è disposto a seguirla fin nelle più bizzarre associazioni d'idee, ma che la manda al diavolo appena gli impedisce di darsi in pieno alle proprie. Intendiamoci: non è l'autore che interviene nel racconto. Son le storielle più pazzesche che vi si incastrano nel bel mezzo, a proposito o di prepotenza; è la descrizione, del resto mirabile, d'un mattatoio che per dieci pagine fa da disco chiuso, tutt'al pjù per fornirti qualche immagine che riaffiorerà. ,Segue, se ti garba, della statistica e la storia di Giobbe nel paese di Uz. Poi, se piacerà all'autore, proseguiremo. Ma già una mano che colpisce gli richiamerà Dio sa quale formula fisioa, da qui passeremo alle Erinni e poi, cullati dalle onde herziane, c'è caso d'approdare, con l'accompagnamento d'una canzonetta in voga, tra i sorvegliati speciali o in pieno diario di una ragazza isterica. Disco libero, avanti. Bontempelli ha detto una volta che un amore il quale superi vitto– riosamente i primi quindici giorni ha molte probabilità di durare eterno. Chi resiste per un cinquanta pagine alla teùtazione di buttar questo grosso libro dalla finestra, lo leggerà di certo fino in fondo, finirà anzi per prender gusto a passar dai bollettini metereologici agli inni del- .1,Armata della Salute e a discender dalla .Storia Sacra a quella di Franz Biberkopf e da questa all'ultimo discorso del Cancelliere Marx. E c'è caso che senta a un certo punto, in mezzo a tutto questo che sem– bra caotico rovinìo, il mormorio di fiuma,na dell'epo:s e il vibrar sugge– stivo d'un .lirismo che per liberarsi non guarda mai alla .viltà della materia. Parole grosse ? Chissà. Certo un'opera originalissima, che non ha niente a che vedere con le ricette espressionistièhe cui anche Doblin ha chiesto ausilio in altri tempi, né con la nuova obiettività che l'acclama per equivoco. Non si parli però dell'inizio d'un genere. Chi imitasse Doblin senza averne le forza, rischierebbe di fare del pessimo fotomon– tage l.etterario. E chi già annuncia una traduzione italiana va incontro a un cattivo affare. Qui la più intraducibile Berlino, parlata cantata allusiva, spasso per chi la intende, diventa nebbia ,fitta per chi non è stato mai sulle rive della Sprea. Europeo per novità e maturità questo romanzo è, nei suoi modi, vernacolo e locale senza rimedio. , · Fotrètazione.Affred LeWin ~iblioteca Gino Bianco ENRICO ROCCA. UGO OJETTI, Direttore responsabilti Libro donato .PIETRO p ANCRAZI, Segretario di ~edazione alla BibliotecaGino'fBianoo ENRico ARUNI - vrA s. GALLO, 33 - FIRENZE da .. ~--~ .... tn data.......... ~!J~-~ ... iQ~ ......... ·,;_,; Oic-Ca Ginu Bianco
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