Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

636 S. PoTTER, D. H. Lawrence, a first study dove egli si sforza di estrarre dai romanzi del !'awrence tut~i i possi– bili elementi autobiografici per riuscire a tracciare dello scrittore una biografia non puramente anagrafica, ma anche intellettuale. Il Potter conduce) le sue illazioni biografiche dal White Peacock, del 1911, al Plumed Serpent del 1926 suddividendo in gruppi la produzione ro– mantica del LM~rence, pe~ dimostrare come ognuno di questi gruppi corrisponda ad una esperienza personale sempre o quasi sempre fal– lita: l'esperienza dell'amore, l'esperienza dell' amicizia, l'esperienza della_politica intesa nel senso lato di leadership. È certo che il Lawrence si è posto volentieri, nelle sue pagine di romanzo come nei suoi poemi (ed a questo proposito è da lamentare che il Potter non abbia esteso la sua ricerca biografica al campo della poesia, altrettanto, se non più, autobiografica della prosa); ed è anche certo che il Lawrence con– siderava la sua produzione come suddivisibile in gruppi corrispondenti alle vari.e fasi della sua vita randagia e delle sue avventure spirituali, come delle sue esperienze sociali. Ricordo che, avendogli io chiesto, poco dopo la pubblicazione del Pliimed Serpent, nel 1926, quale fosse il suo romanzo che gli stesse più a cuore, egli mi rispose che non avrebbe realmente potuto dirlo perché ogni romanzo corrispondeva ad una fase del suo pensiero e della sua vita e a lui non riusciva neppure di con– siderarlo isolato, ma soltanto collegato al gruppo di opere anche poe– tiche e magari drammatiche nate da lui nella stessa fase. Egli colle– gava., ad esempio, col Plumed Serpent anche il dramma David, con un connubio dei più curiosi ed enigmatici per tutti fuori che per lui. Dicevo che per il Potter ognuno di questi periodi di ispirazione e di produzione del Lawrence si chiude con un fallimento. Nessuna delle esperienze /iello scrittore è riuscita a renderlo pienamente padrone di se stesso e del mondo, o meglio, a comporre il tragico dissidio tra lui e il mondo. Ogni opera che. dovrebbe essere l'effetto e la risoluzione d'una crisi, la lascia aperta e vaneggia,nte. Tentate in tutti gli am– bienti, sotto tutti i cieli e con tutte le sfide, l'armonizzazione e la conciliazione resultano impossibili. L'ineluttabilità della sconfitta è data più che da altro daUa impossibilità dello scrittore di uscir da se stesso. Anche il tentativo politico di Kangaroo, come il tenta– tivo teogonico di Plumed Serpent, l'uno in Australia, l'altro nel Nuovo Messico, falliscono perché neppure i più portentosi scenari e le più esotiche coreografie possono smemorare di se stesso l'artista, ra– pirlo in una certezza definitiva, che superi il cruccio rovente in cui si torce il « dio oscuro» che gli urge dentro. È questo medesimo «' dio oscuro», forza di vita, slancio di vita, che dona l'inestinguibilità alla sua sete, che fa della sua incontentabilità un istinto insopprimibile. Per ciò l'ultimo ideale del Lawrence è la riduzione della vita al dispo– gliamento dalle contingenze e dal pensiero, allo stato di pura fiamma liberata da ogni meccanismo ed intellettualismo. I biografi venturi, - e ci si dice che stiano lavorando a biografie del Lawrence scrittori come Aldous Huxley e Richard Aldington che l'h_anno_conosciuto da vicino ed hanno potuto assistere .alla passione con em egh ha lottato per raggiungere lo stato di divina libertà cui ago– gnava, - dovranno, se vorranno fare anche opera di interpreti, condurre BibliotecaGino Bianco

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