Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
632 L. B.A.RTOLINI, Passeggiata con la ragazza --------- i ~ezzi adatti, quel tanto di riposo mentale ~ecessar~o a opere mature ! Qui c'è. un racconto, Gli sposi, che un poco mduce IJJ. sospetto. T:ropp1. pretesti qui, o moraleggianti, o idillici, o paesistici, a parte a parte magari in sé vivi, romp0no la narrazione; e _inso~ma tr?ppe cose son dette che andrebbero consumate prima, cambiate m nutrimento buono. Com~ specchio dell'uomo, che a me pare, oggi, più conti, passino; ma come arte :sola non bastano, e sono ancora il presupposto d'uno stile. D'altronde, le rare poesie apparse sui fogli letterari sembrerebbero indulgere a certa facilità, dove quel risentimento. lirico che ?'rresta_va. il corso della prosa è sciolto a tal punto che se n'è persa ogm traccia. Schiavo delle sue qualità, che son tante, ne diventi il padrone, ma non se ne dimentichi; se non vuole che quel che finora ha dato resti un epi– sodio, la felicità d'un momento. GIUSEPPEDE RoBERTIS. FABIOToMBARI, 'l.'utta Frusaglia (XXXIII Cronache). - Vallecchi, Fi- renze, 19,29. L. 10. 1 Ecco un libro che bisognerebbe poter leggere a piccoli respiri; anzi trascegliendo qua e là, e più spesso da quei non rari momenti in cui l'autore, a tu per tu con le cose, e con gli orizzonti che portano più lontano, s'abbandona a una sua vena di canto. Momenti di poesia. I soli, che contino davvero. Perché i lazzi e le arguzie, destinati a rove– sciare, sopravvenendo improvvisi, le situazioni patetiche, rivelano una. troppo scoperta volentà di autodominio, né riescono a far lega con quanto appariva così schiettamente spontaneo. Voglio dire che c'è un Tombari lirico e un Tombari spavaldamente .ironico, i quali mal convi– vono insieme, e di cui il più debole, almeno in arte, è proprio questo, che fa la voce grossa per tener a dovere l'altro, il solo che importa. Ma la discordia non è tutta qui. È fra la tendenza al narrativo, in cui la spavalderia e l'ironia preferiscono far prova, e la tendenza al decorativo, in cui il lirismo ha la sua parte prevalente. Il narratore imposta una situazione, avvia un dialogo, è a una scena drammatica? Ecco il decoratore che ti distrae, dietro un particolare, per lo più di paesaggio, dal quale se ne genera un altro, e un altro ancora, tutti col loro bravo corteo di imagini. Le imagini, .in grande maggioranza antro– pomorfiche, invadono il priij10 piano: l'alba, il tramonto', un temporale, diventati vive persone anch'essi, si mettono in mezzo alle umane· figure del racconto, intrecciano alle vicende di queste la loro vicenda: e l'efl'et– tivo racconto lo perdi quasi di vista, e gli eroi della favola ti si smar– riscono nella folla delle figure decorative,· le quali soverchiano,· talvolta, per modo, da sostituirsi addirittµra agli eroi principali, da diventa_re esse medesime gli eroi : così nella Cronaca XV•, dove l'ora del demone meridiano per il prevosto di Frusaglia, quella che dovrebbe essere la commedia (o la tragedia?) dell'istinto sessuale prepotente e represso l'avverti e non l'avverti, perché un temporale fatto persona, e necessa: rio alla vicenda solo fino a un certo punto, ti riempie la retina, usur– pando per sé tutti i tu.oi sensi con i suo.i colori e i suoi clangori. L'impressione c omple ssiva è d'un arazzo fastoso, in cui le figure si BibliotecaGino Bianco
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