Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

626 B. CrnoGN. A.NI, Strada· facendo patrimoni; il, sinistro e fuggiasco primogenito. Si direbbe che lo stimo– lano, lo tiran su, lo ringagliardiscono. Gli rinfrescano il senso degli at– tI·iti morali. Gli fanno pigliare una boccata d'aria; lontano dalla com- . pagnia degli altri personaggi, ammansiti dalle batoste, tutti risolti i~ rinunce · e insomma mortificati. Il Cicognani non dovrebbe mostrarsi ingrato.' Dovrebbe accudire a loro con più sollecitudine. Approfondire il loro punto di vista. Gli servirebbe anche di garanzia e compenso nei riguardi delle proprie inclinazioni sentimentali; e a rompere e popolare . quei chiaroscuri che, nei suoi libri, alla lungà, diventerebbero ,uni!ormi. La sostanza di queste osservazioni potrebbe anche riassumersi, tor– nando al primo punto. E dicendo che al Cicognani soprattutto conviene operare sopra una vasta tela, svolgere una complessa trama· di avve– nimenti, e contare sopra richiami molteplici e lontani. Egli non è « no– Yelliere » nel senso che può· dirsi d'un Maupassant, d'un Cecof. Ma è– un romanziere che, nelle novelle e in tutti i suoi scritti, inevitabilmente pensa al romanzo, e prepara abbozzi da servire nel romanzo. E non deve a nessun costo distrarsi dalla sua più profonda vocazione. Se ci darà un nuovo libro del respiro e della intensità della Velia, .nessuno– l'avrà desiderato, nessuno ne godrà come il sottoscritto. EMILIO CECCHI. R1cCÀRDO BACCHl!lLLI, Una passione coniugale. - Ceschina, Milano. · 1930. L. 12. Chi ha consigliato 'Riccardo Bacchelli a prendere ad argomento del suo nuovo roinanzo una cosi accesa e anzi pazza e rovinosa passione– coniugale ? N o.n certo il suo buon dèmone. Il buon dèmone di Bacchelli o diciamo la sua ispira-zione naturale, va a tutt'altri toni ,ed argomenti. Di natura sua Bacchelli è scrittore equilibrato, medio. Donne, uomini, fatti, paesi, quando entrano in gioco nella sua arte, hanno già una do– ratura di tempo, un gusto mornle, talora un che ·di sentenzioso o sorri– dente, come se lo scrittore cogliesse la sua realtà, il suo mondo, non proprio nel fluire immediato della vita, ma in un'atmosfera già vaga– mente letteraria e allegorica. Bacchelli è scrittore « letterato »,. è scrit– tore «borghese», nel senso più nobile delle due parole. E lui per primo è cosciente di questa sua «letteratura» e « borghesia » ; se ne è com-– piaciuto, più volte, se ne è fatto anche illustratore e teorico. E allora. perché ogni tanto (e direi sempre più spesso) Bacchelli ha bisogno di evadere dal suo campo, per tentarne altri non solo diversi, ma opposti '!' E si perde in avventure che evidentemente non sono le sue ? Può darsi che la sua stessa natura di scrittore riflesso, la sua coscienza (e si dice a sua lode) del mestiere, insomma il suo essere e sentirsi letterato lo, illuda sulla possibilità di imporsi temi e argomenti al di fuori di ~na vera ispirazione. Pericolosa illusione. Per essa., vicino a un Ba{)chelli autore felice di moralità e di caratteri, ottimo descrittore di paesi sto..: . . rici e naturali, poeta di passioni e di amori nobili, abbiamo in versi e in prosa, un altro Bacchelli liricheggiante· o umoristico o ~ondano 0, passionale, invita Minerva. BibliotecaGino Bianco •

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