Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
Cinquemila lire 461 e così dolce. Morire : che liberazione, se n0111 fosse stato per questi b3illllbini ! Benché anda,sse ,su del suo passo cadenzato di malata, ll'erta è oosì dura che si dovette fermare uin momento e ap,poggiarsli. al muro, per l'affarnno. Iincontro a il.oro tenendosi per mam.o scendeva-no due giorvinette, e ca1Utavano. Nell'impeto della china, a llllala pena si potevano tralttelllere dal correre. Erano belle, nei vestiti freschi di stiTo a oofori aocesi, primaverili; tSi .sentiva che ruvevalilo fatto Ilo sviluppo quell'runno, e di brumbilneeron diventate giovinette, e sem– bravruno invase dalla felicità di vedersi crescere, di sentirsi fiorire ; avevruno gli occhi lucidi, le bocche aperte- nel ri•so; IIlel crunrto, le vod ora si spiegavai.no, ora i1I1cespic 1 avano zoppicanti, e ridevano. L' Amgiolilila tirò la Marietta da parte per lasciarle pa;ssare. Le ragazze IIlO'llle videro nemineno ; sennOIIlché abbassarOIIlo la voce. L' Amgiolina, che 1I1onsi sentJiva 3./llcora le forze di riiprendere la ,saJlita, le ,seguì con Jo sguardo sinché la svolta non le nascose. An– ch'essa era .stata come loro, e IIlOIIl erruno talilii anni: si guardò turt.ita: · dorve era andato a finire, così presto, il p,iracere di sentirsi giovane, l'rumbizione di vestirsi, dii essere piacente ? Con tutto il resto, in · pel'dizione. Eppure, era stata giova.ne a1nche lei, e bella, oome quelle giovililette che si credevano di esser sole al mondo, che se l'avesse detto a loro, non l'avrebbero creduta : come si fa presto ·a Slfio-rire ! La -Fo.soa IIlO : la Fosca wbelliva.; se la vide ,accanrto, forte, svelta, imperiosa, con lo scherno ,sulle labbra, sicura. Si nutriva del san– gue degli altri ; imbeHiva perché gli uomini la volevano così, e le davano il •sa1U1gue, Ila vita, per farsene beHa .... Oh Madonlilina sa,nta, aiutatemi! La chiesa era quasi deserta; emno arrivate presto. L' Angiolilna si sentì subito meglio. Era una, chiesa così bella! Era gram.de come una piazza coperta. E quella luce sommessa, riposa1Ute. Dapprima pareva b11io, e chiuse gli occhi, :ma a ri!ap,rirlli si ritrovò i.inuna pe– nombra lucida, chiara, diffusa, che .penetravia dappertutto. Era cOlllle quei benefici stati d'animo, di oootentezz.a tranquilla, dei quali IIlOIIl ,si sa la cagione, che ci fo1Unodirrnenrtioare d1 noi stessi. Si lrusciò ainda.re a sedere su Ullla ,pam.ca vicina alla porta. L'erta l'aveva stremata. Di essere malati nOIIlci -si vuol convincere sino a quando no1I1si vede che norri si può ,più fare le solite cose, come se la malattia facesse uno sbalzo i111 avanti; non si avverte il lenti,ssimo ,p,rogiredire di tutti i momenti: i p,iiccoli passi mruti coi quali la morte .si avvicina. E IIlon vederla e IIlO'l1 .sentirla presente; sOiltanto .sapere. Come si può S3Apere,senza -sentire e vedere ? Come è fìatt·a la Morte? Perehé, perché le pareva di ,sapere tanto beine come era fatta la Morte ? NOIIl1'a1Vevavisto, una volta, quel buio, quel nulla? ·Per togliersi a quelle tristizie si i.inginocchiò e cominciò a pre- BibliotecaGin.oBianco
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