Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
458 D. Oinelli s•ava.alle loro miserie, alle ,sue creature e a q1Uelche sarebbe sue- .cesso di loro, le aippariva .selll!p1re il viso dellla Fosc,a oon quel so,r,r,iso di scheN10 che prendeva nel ·guardare Tito e Felice ? La colpa era tutta della Fosca: il male veniva dia lei, e ·altro ne ·sarebbe venuto. Toccava· a lei, all' Ang,iolÌIIla, dii difendérsi, di ;proteggerli tutti. La Fosca era lo spirito del mrule. Come fare per salvarsene? Bisognava mrundarla via, che non ci fosse rpiù. Oome si poteva ? E non ~a, male? Eppure ÌIIlquel desiderio malvagio c'era il calore del sMri– fizio, del martirio; em mn ,saicrific:are al bene, a Ulll bene ignoto, grande e ,solenne, tutti i suai sentimenti. Essa nOillvoleva il male deJlla Fosca, essa le aveva perdonrutio. Ma bisognava s.acri:ficia,rsi,per un booe più alto, più difficile a raggi·ungersi, ,più puro e ineso– rabile. O Mruria Samtisshna, aiutatemi voi a· s0acciare questi tor– menti. Doveva rundare a cOlllfessar,si dia U1I1 ,prete c,he oon la colllo– sceva. D31Vantial suo curato qu-esti ,pensieri sciagurati.i.lllOllle veni– vam.o mai : del resto egli non avrebbe potuto aiuta.rla, le avrebbe detto d-i star tranquilla, di inon prendersi a cuore delle cose, dei dispiaceri ; di nolll lavorare, di s1Jar :molto a [etto, oome dic,eva, il dotitore. A letto nolll poteva smre : a letto ,si •sentiva moriire.... E quelle med'icruneper l'affanno, per oolll!pensare il cuore, lo diceva amche il dlottoll'e,erruno buone li per li; ma trunto non si guariva. Confessarsi, dir tutto, a 'UIIl ,prete vecchio di quelli che srunno mpire tante cose. Sarebbe andata allla chiesa di Colle, oome da ragaz~a. E s'era addormentat·a filllalmoote, tranquilla, rper ri.s,ve– glrl.1arsi c,ome ,suonravano le quattro : un ,risveglio sereno, oome da giovane. · Felioe domniva, v,oltato dalla parte del muro. L' AlllgiolÌIIla si ,sciolse dail braccio della hambÌIIla che le si era avvitiochiato al rollo nel sonno, e si alzò; prese i prun1rni e rundlòa vestirsi m cucirÌ:a; biso– gnav•a fiar pres,to per essere a Colle per fa, ,prima Mes,sa, e comu– nioorsi. Aprì la porta : un po' di chi-a,roe1I1trò in oasa, : COillle faceva gio;rno presto! Usci, stava per richiudere quando ,seinti chia,m31re: - 1Mirumm.a ! - Era ]a Marietta. - •Mamma, dove vai? · Poveri ,baJIDbini,avevam.o ,selll!p•repaura. Riootrò in ,c,a,sa. La_ Mail"iet:ta,in camicia, em im fondo alle s,oo,le. - Nolil prender firesco, toma sUJbito a letto. V,aidoa Colle per la prima Messa. - Si chilllò a guardarla negli occhi. - Torna a letto, sii buollla. - Portami con te. - È lontruno. È troppa strada. Toma a letto. - Di riaddorm.enfarmri -non mi 'riesce più : son troppo sveglia. Portami oon te ! · Pover,a Marietta ! Lascia,rla ,svegJia, 1 sola, ÌIIl quella oosa che a antda,r via pareva di ,seintirla diventare <li'iaJtri? Si chÌIIlòa carezzarfa BibliotecaGino Bianco
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