Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

Morselli e il « Belfagor » 453 tazione all'·adulterio interpretato come richiamo delJl'infinito, ten– tativo d'evl),si001e, vittoria della libertà sulla regola, ecc. Ora, che oos' è Glauco ? È, se lo gua-rda.te bene, il COIIl,tmriodi Arwme solitarie; è quailcosa che solo per noo a.bus~ _di vocaboli molto seri («cattolico)), « protestaJI1te )) 1 oggi troppo straipiazzati sulle ,gazzette più facHone) ci c,ontenteremo di definire la sommessa apologia del fooola,re, contro la vantata <<libertà)), dei romamtici e degli uilissìdi. E forse un umorista potrebbe ,se,oprire, accanto alle rngiollli ideologiche di questo capovolgimento, u~1aragione umama : il grande Ih8en e l'msigne Hauptmamn IIlOnhalll vissuto, nella realtà, che da eooellooti borghesi; il piocolo Morsellli aveva effettivamente corso il mondo, e saipeva quel che valesse la «libertà)). A ogni modo è interessante scoprire che Ì!Ilquesta coIIlJlllediapo– stuma, Belfagor (a:vcidiavoleria in quattro atti, Treves, 1930), il Morriselli,per esprimere coodlusioni ancora più fidenti e ottimistiche, è partito da un capovolgimento anche più ra,dicale, quello della nota novel1la ,di Messer Niccolò. In Belfagor aroicUavolo il Machiavelli, mamtenendosi tutto lllella tra,dizione della nostra novellistica più lietamente scettica e ,satirica, aveva assunto e risvolto il vecchio ar– gQIIIlem.to del dia,v-olo che prende moglie, e che dalla oonsuetudine ooniugale con una femmina fi,orentina, esce oosì terrorizzato, da pigliar la fuga dal tetto domestico, attraverso le più rovilllose vi- .cende : infine, quallld'egli ha ripreso il suo :1m)stiere di diavollo, -entrmndo a tormenta.re il corpo degli sciagura.ti ossessi, basta !IlO– mina,re la sua ex-moglie, per-ch'egli a.bba.ndoni precipitosamente il caimpo, e se ne torni per sempre all'inferno. Nel Belfagor suo, invece, il Morselli ha messo illl scena ulll de– mOIIlioche, venuto ,su questa terra a.ilio stesso soopo, fra tante ra– gazze che gli 8i offrono, preferisce proprio quella ch'è rimasta immuta ,billillen.te fedele al suo pr-omesso. Camdida è povem, l'amato è andato a cerear fortulll•a co-mbattendo. i Saraceni sulle galere del P3Jpa,, il padire « unguentario emerito)) no/Il vuole le nozze con quel disperato ; eppure, quam.do Beilfagor in veste di gentiluomo riochissimo a,ppare all'oriwonte, e s'incapriocia della purità di lei, e con u,n illlfernale tranello ries~ a obbligarla a esser sua moglie, più che la benedizione nuziale non a-rriv1t a ottenere. Egli ha u111 bell prodigare fasto e dovizie, celebrar festini, offerir somme sproposita.te anche per un bacio solo: tutto quello che riscuote, son ceffoni. Oaindida vive d'ulll'idea sola, il ritorno del suo Baldo; finché il d'iavolo se ne rivà all'Ì!Ilferno dispera.to , ma lllon della -cattiveria di ilei, bensì della sua invincibile onestà. E questa volta Glauco, riaffa,cciandosi al paese <'.1001 le trionfanti spoglie delle sue vittorie, trova Scilla, ben viva: e le campane della chiesa, quelle -che ill giorno delle noz7,e con Belfagor non ,<;;'eranovolute fa.r sen– tire, rulriapparire di lui si ~ettono a sonar da sole : amore, rumore! BibliotecaGino Bianco

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