Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
448 JJ'. Flora bile, assai temuta. Ripeto, rispetto e ammiro il capo-scuola anche ,ie idee e metodi mi allontanano da lui; ma quanto alla scuola è un altro discorso, e preferisco mutare argomento. A chi alludeva Domernfoa Olliva? Forse, •senza andar tropipo pel ,sottile, ,ai giovani del gruppo fiorenti1no, Prez~olini, Paipini, So:ffid e .forse al Borgese, e forse, in genere imper,sonalmente allu: devia a tutti i giovani che venivan su educatlldo,si, oolll fraintendi– mooti e oon parzia.Ii accostamenti, alle nuove idee. Intrunto nuO'Ve teorie letterarie e t•alora di tecmfoa letteraria ·si pr-oftla.no . Già lllell 1898 si recensi,sce Il libro delle vmagini terrene di G. P. Luc ini: Ah, ah, ed è p_oesia simbolista questa?! Poesia? Simbolista potrà. essere, ma poesia, no, ecco. E nel 1902 (ill. 27) a ,proposito de La prirY1XJ, ora dell' Academia dlello stesso Lucini vi aocrudrà d'imbattervi iill quesito periodo: « ·Se ailtri leggerà per illltero e orupirà, beato lui>>. Si oomilllcia a parlar-e dei versi liberi, con diffidenti s-ollecitu– dini. E a {Proposito della dan1I1U1I1ziana Oa11,zone di Garibaldi, Gior– gio B8Jl'ini (21 -aprile· 1901, n. 16) si dqmanda : Ritmo rinnovato, o versi sbagliati 'I : Però il maggior pericolo che ci sembra presenti la poesia preraf- .faellita delle Laudi e della Canzone di Garibaldi del D'Annunzio, è quello di aprire una comoda via ad una legione di sbarbatelli, i quali, mentre non sono mai riusciti a far tornare bene _un verso, per quanto siansi affaticati a contrarne le sillabe sulla punta del naso, né hanno mai imbroccata una buon.a rima, a malgrado di tutti i rimari dei Ru– scelli e degli Stigliani, e che nemmeno per sbaglio si sono mai imbat– tuti in una idea veramente poetica, scaricheranno sopra chi sa' quante risme di innocentissima carta un diluvio di righe più o .meno lunghe da.cui sarà tolta accuratamente ogni parvenza di verso ra,gionevole, ter– minanti con dei suoni vagamente rispondenti fra di loro, e si procla– meranno lucidi discepoli del lucidissimo maestro. Ma il 19 -o>ttobre 1902 (lll. 42) ci balza innanzi F, T. Marinetti COIIl la Oonqu,éte des Etoiles. Parla di lui e della sua opera ree.ente A. Gabr,iellli in UIIl a.rtfoolo che ,s'imtitola Un poema: e ,si chiede se « entro il fosforescente temperamento dlel giovam.e Mari.netti si chiude l'ani,ma d'un poeta>> e riisponde : I gravi difetti, - taluno potrebbe dire i molti traviamenti, - che il suo Poema 3ippalesa, non impediscono di rispondere tuttavia di si. Ma ben verrà il 28 novembr-e 1909 (n. 48) in cui leggeremo: La sfida ài E. (è stampato E e non F) 'P, Marinetti all'Ewropa: Fedeli storiografi d'ogni grande movimento del pensiero modérno ci contenteremo per oggi di riassumere soltanto per sommi capi la « S·fida BibliotecaGino Bianco
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