Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
« Il Fanfulla della Domenica» 447 E già, il 25 'aprile 1880 il Pam.zacchi faceva gi listizia del cosid - detto Pessimismo leopa.rdiano (e che a.Itro a,veva fatto De Sanctis se 1110nquesto -:l): .... la poesia leopardiana in sé e negli affetti suoi per oltre i quattro quinti è tutt'altro che pessimista. È invece la espressione di una speci~ di stoicismo malinconico, fiero e lamentoso, che accoglie in sé e porta all'ultimo grado di amarezza elegiaca tutte le voci di dolore che risuo– navano nella letteratura classica da Simonide agli ultimi tempi. E venne l'epoca in cui del Leoipal'di ,s'impadronirono gli aintro– pologi, e ciò del l'esto er,a amch'esso un indizio dei sempre più intensi ,studi leopaiDdiwni. E il Fanfulla garbaitamente protestò c-0111tro quei inobili scienzi,ati. E Carlo Segré il 16 febbraio 1896, ripigliando osservazioni che già aveva annunziaite discutendo due s•ettiJ:mameprima, il Saggio psicoantropologico su Giacomo Leopardi e la sua famiglia di M. L. Patrizi, osservav•a : Certo per noi che abbiamo tenuto il Leopardi come il poeta caro della nostra giovinezza.... è duro sentircelo definire « uno psicopatico lipemaniaco e paranoico, con sospetto di epilessia larvata)). La letteraitura leopardiama s'•è fatta di an1110 in ·airnnopiù ricca : e certa cos 1 a è che a non conoscel'e Leopal'di er,an pochissimi in I t,aHa, tra gli uomini di buone e anche mediocri letrture. Nell'ultimo periodo c];le ho s,egnato (oOIIlquelilo stesso spirito, s'illloonde, 0011quale uill Ìlllsigne matemaitk,o ebbe a dire: « La terra gira perché oosì ci conviene>>) e che va su .per giù dal 1900 ilil poi, nel imo1tiipUca,rsi di g.iornali e riviste che la c-oltura italiia!Ila si c•on0edie, il F. d. D. tien fede, direi, alle sue origini, divenuto, itra tamite nuove idee e nuovi .spiriti, più ;saggio che IIIlai. Di tutto si 000orge: è attento alle nuove voci: mia il ,suo ..cuore è allla veochia fede e ai veochi aimori. Parlando della letteratur.a italiama nel 1909 (2 gennaio 1910, 111. 1), fatte le lodi alla Gena delle Beffe (pochi erano i dlissidenti, e di ,questi, uno, proprio qui sul F. d. D.: Mario Villldguerra) ad A.ssiinta Spina e Mèse ]!,lariano del Di Giaicomo e detto che « meri,o felice fu il D' Alllnunzio colla, sua Fedra>> Domenioo Oliva non resiste al bisog,no d'i uno sfogo : Ora c'è una scuola critica in Italia, quella dì Benedetto Croce: ri– spetto e ammiro e non da oggi il capo-scuola, nessuno studia, nessuno lavora al pari di lui e pochi al pari di lui pensano: è severo, è rigoroso talvolta sino alla crudeltà, è sistematico; già è )ln filosofo, sebbene in questi tempi non tutti i filosofi siano sistematici: desta in me vivissimo interessamento la rigidità dei suoi criteri, la genialità della sua eresia hegeliana, il suo metodo probatorio dialettico mirabilmente e ricchis– .simo, e lucidissimo, la sua ironià, calma, fredda, superiore, assai temi- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy