Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

~30 F. Flora pitan Fraoassa, e proseguì la polemica con tutti i mezzi dei quali di– sponeva: l'arguzia, la violenza, la rispettabilità propria. Il Martini ne fu scosso, e pose a se stesso il problema: -- Posso io rimanere ? - A parecchi amici che interrogò parve e~cessivo quello scru– polo suo; ma ·egli, che persisteva a sentirlo, volle udire l'opinione di Silvio ,spaventa che gli dette ragione. Allora lasciò la direzione del Fanfulla della Domenica. Di lì a non molto assunse quella della Do– menioa Letteraria, che si iniziava cosi sotto i suoi auspici. Fu cosi che il 5 febbraio 1882 (IIl. 6) il F. d. D. •recava : L'onorevole Martini essendosi ritirato, per ragioni personali, fin dal 28 gennaio decorso dal Fanfulla della Domenioa, il sottoscritto ·ne assume la direzione. Compreso della difficoltà dell'opera cui si accinge, confida che i lettori continueranno il loro favore a una pubblicazione, di cui egli si propone conservare il carattere e la traçlizione, secondato com'è dai valenti redattori che hanno fin qui coHaborato al giornale. - · B. Avanzini. E in quell'aam.o 1882 Ferdfunando Miartini folildiava la Domenica Letteraria e pwtiava anche in essa gli ,spiriti che lo avevano guidato nell dirigere il F. d. D. : anche IIlella Domeniica Letteraria infatti si tr01Veranno su per giù i medesimi nomi che IIlel Fanfulla, dal Car– ducci che in ess:a,,J)'U,bblfoò il Q.a. i,ra al Booghi ·a1. Chiarini ial Borgo– gnollli al Manaidi aJ De Zerbi. ,Ma anche il Fanfulla o01I1t:iinua, pur OOIIl qual.che ,sbandamento, Ila trrudizfone del Miar,t.ini. E se a UIIl pu1I1tormutano, .pur ,se-nm parere, i ,suoi spiriti, ciò è dovuto alla prepotente iper,so!Il'alitàdi alcuni suoi oollaboratori, come il D' An– lilUJI1zio, che del resto :i:mvronrtaa poco a poco di ,sé tutta o qu8JSli la letteratura italia!Ila. Certo il periodo verarmenre ÌIIlventivo del F. d. D. fu il primo, e il Maritini iaveviaragione di vruntarsene, qtm,nidoscriveva: Chi pensa oggi più a quelle scaramucce? Nemmeno coloro forse che cori più pronti vi~ori e più alta fortuna le combatterono. Io si: percM provo tuttavia il perdonabile orgoglio di aver diretto un giornale let– terario tenuto a battesimo da Francesco De Sanctis, e dove Giosuè Carducci pubblicò alcune fra le sue cose più alte : dove fecero le loro prime prove giovani, oggi decoro e speranza de' nostri Atenei: dove scrissero il D'Ancona, il Bartoli, il Bonghi, il Nencioni, il Panzacchi, il Rigutini, il Trezza e tanti e tanti altri egregi ecc. Orai vengoin su generamoni letterariamente .se!Ilsualie· audaci che sempre più imp:r,o!IltanO ,per metà il giomaJle, con versi, novelle, e t,alO'I'aarticoli critici. L'ailtra :metà è nelle mani dei filologi della cri– tica storica. In Itialiia, al1ora., gli ultimi eredi deil Risorgimento e gli scrittort che ilil quella tmdizio!Ile s'erano formati, apparivamo BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy