Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
I Ri1,elazioni 427 Ma l'irncrunto è breve perché dietro ai suoi ,passi, sbucano, colll r,ochi latrati, dlue tragiche jene. Rossa l'una 1 d'un rosso di samgue soo00, grigia il'altra e zebrruta. :È il pezzo forte del1o spettaioolo e il domatore s'è armato d'un palo perché la rossa jena s'•avvernti a morderlo dopo ogni frustata. Grida il domatore e spara C-Ollpi e vampe; ruggisce la belva con .gli oochi accesi d'un tetro furore. Corrono entrambe ,nel recinto e saltaino il 0orpo del domatore disteso o i vecchi sgabelli sconquassati, sollevamdo l',acre polvere del serraglio. Il pUJbbllico è vinto. Son tutti protesi e stan per gridare ad ogni lancio della fiera e fremono allo stridio di quei denti ,sulile fibre del legno. L'uomo sernte il suo pubbli-co e grida più forte e spara e batte - finalmente qualoosa di feroce! - batte con sadica violenza Ila jena rossa ed aJIIlChe la grigia che ha sempre trotterellato obbe– <:).iente,tutta chiusa nel suo desti1I10.P,oi la riverenza, lo sgambetto e ['applauso. Sortiaimo, ool crupo che rintrona. - Sei colllteinto? - gli chiedo. - Si, baibbo, - dice distratto. C'è qnaloosa che gli urge dentro e che non sa spiegare. Un disaigio nuovo che gli contr-ae il viso. Domanda: - Ma perché batteva tamto anche quella buona che correva sempre? Ohe fatica a non baciarlo. Lucia ha finalmente fra le mami un gattino vivo. Nero 1I1erocon due occhietti tondi Yerdi e feroci. ILLUSIONI. Abituata ai pupazzi meccamici, prima di posarlo a terra gli fa 1lunghi discorsi assoonati, gli spiega dolcemente quel che s'ha da fare e da dire e lo inizia alle regole della casa. Posatolo a terra, gli dà una spintina sul culetto -perché si muova. E quello, dopo due passi incerti e una scrollatina, via come un fulmine che inessulilo 110vede più. Lucia ride, trionfante, perché è convinta d'esser stata lei a farlo correre. Come i pedagoghi. CORRADO TUMIATI. Blblbteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy