Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

Rivelazioni 423 E che oosa fanno qua ? - Ba,damo a che non prenda fuooo la scena. - Perché deve prender fuoco ? Vorrei rispondergli: - Perché, :figliolo, dove c'è un'illusione, il fuooo è sempre pr()lllto e ci vogliono i pompieri a difenderlla. Ma rispondo : - È tutta carta, non vedi ? - Carta? · - .Sì, gua~da: queste sono le case che vedevi da 1o1I1tano. - Eh, ma no ! l!Il quelle c'erano le porte .... Gira, timidamente, dietro agli «spezzati>> e non sa darsi ragione ' della loro picoolezza. Tre assiri iinverosimilmente barbuti passeggiano silenziosi. Uno di essi si avviciina a me, -mi &orride e fa per carezzare il piccino che arretra terrorizzato. L'russiro mi landa due parole: - DiosmaJl o diosmol ? - Diosmal, diosmal. ... Da:i basso iin alto, il piccolo mi spia trasecolato. Debbo apparir– gli gigantesco in questo colloquio misterioso. • 1 Ma non gli rivelo che ci siamo scambiati ill nome dl'un medica- mento che l'attore aveva dimenticato. Sarebbe troppo crudele ,per me. Un'attrice bellissima ci sfiora come un'apparizione OIIldeggiam.do fra ·1e pieghe -musicali d'una tunica d'argento. 1mmagine di sogno, il piccino la guarda, la segue e tace. Forse non la dimenticherà più. Ma 000010 ora, immemore, a frugare tra i pastelli le pomate e Ile cerette del « c3tmerino >> dello zio. L'attore s'è tolta la parruoca che penzola,, morta, da ulll chiodo. Il suo maschio volto logorato da vent'ai11J1i di ,giloria, di sogni e d'affa,nni si stacca, contrasto crudele, dalla Cllamide assira e dalle collame d',oro. Ma il bambi!Ilo ha ritrovato lò zio nel re, senza fatica né meravi– glia, Lo incanta1no i colori del tru000, le gemme e gli orpelli che s'ammucchiamo sulla toletta. Ulll campanelllo squilla e bisogna ritornare in teatro. Nel sortire dal palco scenico spiingo una porticina misteriosa e lo introduco !Ilel sottopaloo deserto. - Vuoi vedere dove sta il suggeritore? - Eh? Lo alzo su, :filil sotto la cuffia, ma mi scivola di mano. - Andiamo via, am.diaimovia .... Quaindo il bambino non comprende, ha paura. E l'uomo amche. A spettaoolo finito, fuori del teatro, salta e corre. Poi mi chiede : - Ci siamo divertiti, è vero, babbo? No. Non si è divertito. La vera gioia mi par che cominci ora ed abbia il sapore deilla libertà. Bibf1otecaGino Bianco

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