Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
416 S. Benco :rna ggiomnente il remOlto, l'estraneo, l'alllucinata trist ezza. I me– dici daram.no facilimeinrte un 1I1omealle mal•attie che tra.iv 'aigliano que sito Malte Laurids Brigge, di nobile farrniglia ch e dec,a ,q.e, di antico sangue impoverito, ipocondriaco, nevraste1I1ico e per fìssl),– ziOIIle d'idee e terro,re di rupparizioni vic:ino ana para,noia; ima noi d vediamo molto del quadro psicologtco esasperato che si chiama anima roma1I1tica. Come Rilke, egli è un ram.dagio. Si raffigur•a nel Figliu ol ,prodigo , che è partito dalla casa patema, e di paese in paese, eirram.do, ascoltand01Si soffrire, non trova pace e, quam.do torner à, ,se torne rà , .sa;r à egli sollo a compr,ein>derse ,stesso. Egli ha un'atJtitudilile "che og.gi è divenuta abbasta1I1za frequente tra gli scrittori : 1' 1 attitudi ne a vivere ,su pairecchi rp,iam.i.La ,stessa figura vive contemporanoomenite il 1presente e il passato, la realtà e l'im– maginazione, la vita e la morte, la propria vita e quella dei morti che Ile ,si ,affacciam.oper •r,app·rese1I1tazione.Essi hanno tutti a,vuito « la loro morte)), rpoiché ciascun uomo ha •avuto « la morte sua propria)) e non un'altr,a. La sua morte nasce prima di lui ed è in lui du.ra1I1tei suoi giorni. Vi .ham.nofantolini che non riescono a IIl'ascere; vengono .alla luce diel giorno già morti. Altri porppamo la morte, ,succiano 11a morite: tanto essa è loro vidlila: quasi seinza, mutameinito li assimila. Malte Laur,ids Brig,ge non è di questi, poi· ché di fatto egli_vive: ma ha superato aibbastainza malattie nell':iJn– fam.zia con le loro febbri visionarie, ha veduto e ,sootito aibbrustaJnza. della morte di vecchi e di gicivam.inella vecchia casa dei Brigge, è vissuto abbastanza tra Ile •storie di fia,ntasmi e i ritraitti dei morti, perché alcuna hnpressione della vita ,possa essere nolil impregnata per lui di un sentore funereo. La terra non è stabile so,tto i nostri piedi. L'ora è incerta. Solo la morte, che è accanto a noi, ,sa la sua oiI'a. L'iatJtesa è continua. Certe n,ortJti, è ,piena d'oril'ore. In certi mo– menti esaurisce ogni fluid!o della sensibilità : l'uomo caccia un grido, sviooe, traimortisce. Così quel llontam.ogiorno febbriJe che il· pioco1o Ri1ke, o il piccolo ,Ma,lte, dopo aver giocato tuit:roo solo, a travestirisi con vecchie ,stoffe e vecchi abiti, a un tra,tto .si sente preso oome d a UIIl capogiro, sbigottito di IIlon ritrovarsi, di non· riconorscer.si ipiù. ]~u UIIlO dei giorni nei quali egli ,si se1I1tì .perduto. J,'uron tanti. Gli abbattimenti e le ftotte contro l'abbattimento irn llui si susseguono. fai. quest e forme di fobia si è introdotti ID{t,gistm1meinte nei primi ca,pitoli del romam.zo -diario. Malte Laurids è a Parigi, come Rilke. È un giova ne scrittore come lui; è aiddootro, co~e lui, in una vita ai raffinata cultura es.tetica, pTeoccU!J'.)ata di ,sottili p:r,o,bleim.i d',arte, pronta •sempre ,a vibra.re per colori, per ritmi, ,a ricordarsi di qua– dri, di arazzi, di ,sta.tue. l1I1tomo a sé però egli ,sente UIIl rumoroso caio,s, e sotto di sé un'attrazione di abiss i. Egli è p overo ; rasoota ft,a miseria; con estrema pena riesce a mantener.si quei « pol,sini BibliotecaGino Bian_co
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