Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

Rilke plastico e romantico e si chiusero in sé, tutte tremando. In stanze anguste, su cortili tetri, traggon la lor maternità delusa, il pianto incerto delle notti_ lunghe, i freddi giorni senza lotte e ardore. Stanno al buio, in attesa, anche i giacigli ove morranno, e a cui lente s'avviano desiderose. Lentamente, muoiono. Ogni ora un ,poco. Muoiono in catene. Se ne vanno di qui come mendiche. 415 Ciò che colpisce Rilke nelle grandi città, è l'accumulo di mise– ria e di s:quaJ1ore: l'infezione sucida ,d!ell'ar1a, l'affaàJ.no im. massa, il pwtoll-ogicoin .moltitudine. Lo atterrisce tutto quesito e lo attira, oome tutti i ,tormenti lo attirano. Egli riesce ,ad esprimere mira– bilrr:nente le alte tensioni dei suoi nervi sensitivi, ma non riesce ad esprimere né il suo Dio né la sua misericordia. Il primo è conce– ·pito di tal guisa che, più del canto sacro, gli converrebbe ill canto satrunico, il quale però Rilke non solleverà mai; la seconda è :umpo– tenrte. Pe.r parecchi alllni ,egli aJmerà le anime che sieno, come la sua, ad un sùpplizio: tradurrà tutti i sonetti di Michelangelo (e ne imparerà); tradurrà i •sonetti di Luisa labè, le 11etteredella 1Monaca P.ortoghes-e, Marianna Akof.ora,do. Poi si COIIIIJPOrrà un piroprio mondo ,oa;pirirtuale:rinuncia al diretto coUoquio con Dio: gli baste– rebbe poter afferrare, col suo grido « te.so COIIDe un braccio )), uno di ,quegli inaff.errabili Am.geli, agenti -dell'infinit,o, che sorvolano, immortaJi nell'atmosfera platonica, il mondo colildrunna.toalle mu– taziolili e aJla mor,te. Sa;rà il triste Eliso, o meglio ill sereno ve– sti-bolo d' Ad-e, dei suoi ultimi am.inie dei_,suoi ca,pola,v-ori: con sor– riso -d'a.rte rifratto in poliedrici e -mobili cristaJli IIlei Sonetti ad Orfeo, e CO!Il. trasa,lienti medìtaztoni, fatte caute daJl'a-ria tr,run,slu– cida, nelle Elegie d1tinesi. Non avrà più l'orrore folle nemmooo dei morti. Scriverà ncl Reqtliem per la morta Mll.iÌCa: « Vieni qui, a questa luce di candele. N Olll. pi'inquieta guardare i mo.rti. Se essi vengono, hainno diritto di trattenersi dentro al nostro sguardo, oome le aJltre oose )). Tra il rprimo e il seoondo periodio della sua vita, sta il romanzo I qttaderni di Malte Lattrids Brigge: e chiude il primo. Quando lo a,vrà compiuto, e -poiché •tutto in lui si risolve in UITT.'impressiOITT.e di sgon;i,ento, manifesterà i:n una 1-ettera ama ,sigmora Andreas Sa– lomé l'inquietudine di averci messo « troppo di se ,stesso)), di es– sersi vuotaJto, ta11ché si troverà ormai al mondo « oome un soprav– vi,ssuto )). Oggi si scrivono le autobiografie a ,trent'aruni con molto maggiore tranquillità. Certo egli ha messo nel romainw tutti gli elementi che abbiamo trovafo nelle sue liriche, compreso il lirismo, e ha dato aJ prota– gOITT.ista quei oonnotati « più nordici)), che ne facessero sentire BibliotecaGino Bianco

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