Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
408 S. Benoo dlal r.a.ppresentarsi la morte come 0iggrappata fin da prima deUa nasc1ta all'uomo vivo, aveva conosciuto il terrore d'esser solo e quello di 1nonpater esser solo, comec ché atto rliliato sempre da cose invisibili: messo dai. suoi aUa scuola milita.re, !ll'era fuggito: poe– tava ,s,a,ltuari 1 amente, e oolil grandi swnforti di sé : era UIIl nevra– stenico, con tendenze ililvincibili di aristocratico. La Russia poteva in uil1certo senso •parergli la sua patria ideale per quella sua pia– nura senza limite, che dav•a un senso di etemità, e pertanto di riposo, di Mchetamento: ma qua1I1doandò con la mogùie a Parigi, e conobbe Rodin, bastò che questi inoomi1nciasse wd ammaestrarlo che ,per· rendel'lsi padrone di ulila forma bisognava st;acc,a,rla lllet– tamente, isolarla dal resto del moi11do,perché egli, soitto ·il fascino artistico, ,si legasse a Rodin e divenisse il suo ,segretario, nel cuore · di quella P,a,rigi che era proprio la patria di qua1I1topiù 110 faceva soffrire. La ciittà tormentaitrice dlei nervi, con l'ililfernale rotolio, COIIl le moltiplicate suggestioni di miserie, di malaitie, di ,solitudini smarrite.· Anch'egli imparò a isolare le forme, ,si aoca1I1ia st 1 accarle daJl circostante mondo.'. 1 Ma i suoi il1erviavevano le lo,ro facoltà sottili. Le forme non erano per lui la linea genera,le; .si riferivano a una complessa struttura atomica; bisognava entrarci, staccare, isolare le !loro p•articelle, 0◊1I1,trollarne i movimenti segreti, i1I1ter,pretare altre entità, altri corpi che era1I10dentr,o al c,orpo delle cose. In ogni creaitura viva, per esempio, la parte e la forma speciale che ~pettava rula morte, SpesBo egli fu ,sculto'l'e con l•a parola, non i1I1 smtsoc[assi00, ma in quesito senso. Scultore della mis,teriosa complessità che soffre dentr,o ai co:r,pi. Inoltre, se staccava bene le sue creruture da tutto, non le staccav•a da ,se ,stesso. El"aliloprecise; ma erano anche do– lenti d'esser precise. Si erano separrute da lui: ,ma da_lui naite, si riatrtaccava1I10allla sua angoscia. Obiettiviava egli (e IIlessuno obiet– tivò più di Rilke, che ,amava far corpò di ogni cosa, di o-gni tono intermedio della sensazione, perfino ,di ogni ombra); ma in pari tempo riteneva a sé, imip,regn·avaogni oosa impercettibi1moote del proprio sp,irit'o elegiaco, ne faceva :un un certo modo una :figura– zio1I1e del proprio « lutt,o erranite )). Due anni di « •scuola dell'arte)) 3/Ccanto ·a Rodin spiegaino il gra1I1de studio dell~ sollidità, della materializzazione, in questo artista che dia natura pareva fatto per i,mmaterializzare, per dare alle aipparenze delle cose nient'altro che un valore di segni mistici. D'altrornde, come imparava a circoscrivere la realtà dallo scultore ' {'-Osi imparava dai pittori impressio1I1istia dissollverla, da Bergson a diffidare dell'idea d'una possibile quiete. FiglJio,_ ·per diritto di :nascita, della GermMia romam..tica, aveva. natumle 11 t01I10della ballaita, della fi.aba che è c-ome U1I1a rappre- BibliotecaGino Bianco
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