Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
402 C. Alvaro restituirai in grano, dopo il r~oolto, al prezzo cli quest'anno. Quindli, se il gr8Jllo oosta di più .... - È vostro. - Nolil avresti un ragazzo che potesse ve1I1ire .tutti i giorni da me ad att_iinger1:1iun orcio d'~qua aJlla ,sorgente? - Un ragazzo? - disse pieno d1 gra– titudine l'Argirò. Vi manderò mia moglie. - Va bene .. Dille che venga domani mattirna, le do qu8Jllto agli altri, per questi servigi. Le do due soldi per ogni viaggio. - Le date quanto volete. C'è bisogno di questi patti? Così l'Argirò aveva qualche sper8Jllza per l'avvernire. Egli aveva in mente un pezZJodli terra da prendere in fitto dal Comune, presso il torrente, dove il gr8Jllo sarebbe venuto belilo. Il Lisca, dietro le sue ,spalle, gli chiese mentre usciva: - È vostro questo ragazw? · - Sì, è mio. - Come si chiama? - Antone]lo. - Sernti, Antonello, eccoti i soldi e va' ,per il paese a .sentire .se qualcuno ha uova da vendere. Se no, che mangio stas,era? - Il raga,zzo si levò volen– teroso, aspettò che quelilo tirasse fuori del taschino stretto i de– nari, li stri1I1senel pugmo. - Nolil li perdere - gli raccomandò il padre. Il ragazzo ,si mise a correre per le strade, e ,si sentiva la voce sua d'argento gridare: - Ohi ce le ha le uova? - Era con– tento. Strillava e saltava, guardandJo le donne davanti alle porte e alle :finestre. Gli piaceva di se1I1tireomne ,gridava. La sua voce si s•oo– tiva qua e là per il paese, ora soffocata ora squil1a1I1te.Poi, quando la ser;:t,fu aLta, se ne tornò con qualttro uova dentro la berretta. La sera era chiara, c'era la luna. Erano intinti di luna gli al-' beri e la montagna, il mare 101I1tano.Dopo i gr8Jlldi caJlori era come se una lieve rugiada fosse passata sul mondo a inumidirne la sete. Pareva di sernti.re la voce delle fonti ai piedli dei monti, o dei fiumi risecchiti che si ricordavano del loro boato. Le ombre delle case per le .strade ,strette erano densè e nere, e tagliavano a spicchi e a triangoli le ,stra.de come se vi fosse stato diistes,oqua e là UIIl panno scuro. Ma non erano voci di fontane quelle che si udivano, erano le voci delle donne. Giungevano dalle ,soglie delle porte dove sta– vano raccolte e cantavano lunghe :filastrocche in onore della ,Ma– donna. Nei momenti di pausa sembrava di udire come sì concerta– vano per ~a oanzone .seguente, poi una voce perito.sa si levava lenta, si ,spiegava appena come un razzo a metà del suo oommino, poi si librava sicura in una grande nota tenuta, fino a che per sorreggerla sorgevrun,o le voci .deHe oom,prugme, ·quasi che quella sveinisse sotto il peso di una grande emozione. Poi si riprendeva quella voce, e faoeva sentire la sua angoscia tra quella dlelle compagne, a,ppunto' oome una sposa qu,ando è ~oompagnata ,dalileamiche e dai parenti che le parlano dolce. AIIltooello, seduto sulla soglia della,porta del Lisca, asooltava e cercava di ind0vinare di dove partissero quei canti. Gli sembrava che si ,sarebbe addormentato, e la tenebra delle ombre dlense e ila .-BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy