Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
Gente in Aspromonte 389 l'ombra cadeva oome· un mantello. Gli alberi, quasi tutti eo!l soloo e lo squarcio del fulmine, si ingigamtivano lllell'ombra. La comprug1I1ia dei suolllatori si allontanàva. Dilla ragazza a piedi nudi passava davanti al ragazzo. Egli le vide ll!ll filo di sangue che le colava sul piede. - Ragazza, - le gridò; - quello è sangue. - Ella riSé : - Lo so. - Dlll'altra frott,a di pellegrillli sbucò coi fucili sulla strada. Avev,ano accese le fiacooile. Dillo si fe:r~mòai piedi di una quercia sp~ata in due dal fulmine, giaUa e morta, le 0JOOostòUlna fi.acc,ol-adi resina ai rami: una fiammata wvvolse la quercia che divampò tutta oome Ullla torcia ,gigantesca crepitando veloce. Al– lora il ragazzo chi&mò a gran. voce : « Pido !)). Il C3Jlleaipp•arve sul ciglio d~lJla strada ooi suoi oochi stupiti. Dalla folla allora partì un oollpo, un grid0: « Eccolo il c&ne arrabbiaito ! >>. Il CaJne stra– ruazz.ò al suolo guardandlo all'illl,giro che pareva parlasse e do'– mandasse perché. Il ra,gazzo battendo i denti si ,aocovacciò sulla soglia della bottega. La oompagnia era dilleguata ridendo. Anto– llleUosi toocò la bisaccia, vi si sedette sopra,, e non aveva il oorag,gio di guardarsi illltorno. II. L'Argirò ool figliolo arrivarolllo al paese che era l'alba. Risalito il poggio, le case addossate ullla ,alll'altra oome una mandra si pre– sentarono ai loro occhi. Da seooli questo paese si era cacciaito nella valle, e vi si era addormentato. Intorno, a qualche m:iiglio di di– stanza, gli altri paesi che ,si vedeviano ilil cima ai oocuzzoli rocciosi si eonfot11devrunooon la pietra, llle avevamo la stessa struttura, lo stesso c,ollore, come la farfalla che si oonfonde ool fiore su cui è posata. Sembra un mondo spelllto, lunare. Attraverso i letti dei torre1I1ti, i viandanti che toofalllo di raggiungere le vallate, lllel si- . klllzio reso più solitario dal ritmo della cavalcatura, sembrano ahitatori di spelonche. Ma a inoltrar.si_ appena fra gli speroni dei monti, sulla striscia dell torrente, si vede la mollltagna che lllasce tra la valle amimar.si deUa ,sua vita segreta, e sembra di udir le voci di tutte le sorgenti che scaturiscono da essa. Si rivelamo i paesi coi loro fioochi di fumo, le voci disperse, i suoni illltermessi, la voce •soprana delle oompane. È una vita ,alla quaJle ocèorre essere iniziati per capirla, esserci lllati ,per amarla, tanto è piooa, come la con– tr&da, di pietre e di spine. Ora la strada cui 1,avoramoda voot'anni sta per bruciare all'ar– rivo cOIIl 'ultima mina. Già arriva qualche forestiero dove arrivava -soltanto qualche carabiniere in occasione di qualche delitto, o il merciaio •ambulamte che raccatta gli str3!Cci e oompera i capelli . che le dloone 1I1asoondononei buchi dei muri. Anoora i piuledri ool ibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy