Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

388 · O. Alvaro Gridò anche il ragaz2io 00111 una vo~ •argentina, lieto di aiprir bocca. Si sentiv,a dietro, .sull'altro versrunte, partire colpi di fucile, una gragnuola di co1pi. La folla si ,Slllodava[U111go 1o stretto sentiero ilil fila indiana. I bambini piangevano 111elle ceste che le -donne po:rta– vruno .sulia testa, i muli con qualche signore seduto sopra facevano rotolare ·a valle i .sassi, u111a signora vestita bene camminava a piedi _nudi te111endlo le scarpe in mano, per voto. Una donna del poipo[o a,ndava con le trecce sciolte. U111 popolano portav,a sulla testa un enorme cero che aiveva fatto fo111dere del .su~ stesso peso, e della lun– ghezza del suo c-orpo, per voto. Antonello stava. a bocca aperta. Nella v-amel'ombra era alta, e pareva che la riempi.s,se, col rumore di un torrente che si gettava da un salto del ano111te. La luna si ·affaociò dalla parte del mare, dietro ai monti, come una guardia. Presso u111a capan111adi frasche il ,pastore e AntoneUo si fermaro1110 .. L'uomo che stava dliètro al banco tra una fila di bottiglie, presso uu bottazzo di villlo, appena, vide il pastore poggiò le mani all banco, si sporse, e disse :. - O compare Argirò, che cosa ,succede ? - La mi-a ,sfortuna, c,ompare Fermo. - Che c'è? - Ho perduto il mio, bene. I buoi che avevo i111 custodia dal sig111or Filippo Mezzatest1:1,, ; sono precipitati giù 111el burrone. È :fi111ita. Questa è lia rovina della - casa lilli-a.- O quando? - Oggi stesso, dopo mezzogiorno. Bella fosta della Madonna che è per me. - E le avevate a metà le be– stie ? - Sissi-g111ore, col signor Filippo M.ezzatesta: Perché no111 Ile comperiate voi ? La pelle è buo111a, la carne è ·come macellata oggi. Non ,so1110 morte di morbo. Con tutta questa gente che passa si vende. - Carne dli bestia morta, è sempre. - Come maoellata, vi dico. Questa o.sserv,azione non ane la dovevate fare proprio voi. Tra di- 111oi. .. - Andiamo ,a, vede.re? - Sono qui sotto al burro111é del Monaco. - Quattr o aini mali, ruv ete detto? - ,Si; e c'era l11Ila giovenca che era u111a bellez.za, tenera come il latte. - Tu aspettami qui, - disse iJl padre a id Anto neUo. - Se qualcuno domanda della bottega, - aiggiunse il Fermo, - dii.gli che tol'lllo subito. Non far– toccare nie111te a 111essu1110. - Che :roiV:ina della mia vita, 6ompare li'ermo ! Si avviarono. Allltonello sedette davanti alla bottega e chi0imò il cane a sé tenendolo pel collare. Ma quello gli sfuggi per correre dietro al padrone. Allltoncllo, rimasto s,olo,_aveva paum. Sentiva l'odore del villlo, odore 111uovo che gli piaceva, e guardava quelle bot– tiglie i111 fila con tanti oo1ori. « R:osolio >>: questa parola gli ven111e aìla ,mente. I :pellegrini si facevano più rari; una comitiva sbucò suonando e .sparam.,doin aria. Andava avruntf Ulll,O con una zampo– gna, e UIIl alt:ro batteva ora i[ pugno o:r,a, le cinque dita a u111 tam– bureUo. Altri li .séguivano a passo dliballo, per voto, come potevano, uomini e do111111e. Uomillli e don111e si da;vano a tratti, ballando, di gran colpi con le natiche, Selllzaridere. La luna si faceva più rossa, BibliotecaGino Bianco

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