Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
Gente in Aspromonte 387 non hamno più da. faticare e stamno nel ,silenzio .spazioso deme chiese. F,u appunto in una di qrieste sere che in montagna accadde una disgrazia. Era la vigilia della festa, e nella capaa:ma di un pa– sto~e, l'Argirò, c'era silenzio. Il :figliolo stava cheto, il ,pastore suo padre gli diceva scuro : - AntO!llelfo, tu verrai coo me in paese. Te lai senti di cammina,re? -- Sì, ,padre. - Ci .sooo sei ore di ,strad~. -· Camminerò. - C'è la luna, del resto, e si andrà bene, freschi. - Camminerò, - disse Allltonello, - sono forte, io. - Il raigazzo era sPrio serio, con quella forma di partecipazione al dolore degli altri pel' cui i ragazzi diventano pensierosi e ubbidienti; aveva il co– stume di pastore, che gli avevano fatto da poco, oon [a cintura di cuoio alta un palmo intorno ,alla pancia; era contento di amdare in ,paese ool vestito nuovo, peloso, per la p,riima volta. Era nato in montaigna, e non si sapeva immaginare una casa di muro, oome gli diceviamo. Siccome sentì che suo padre rimestava qualch:e oosa nella caipamna, saltò ,su a dire: - Volete aiuto, padre? - Quello non rispose; nelila capanna bassa dove sì entrava carponi, stava met– tendo tutto nella bisaccia: la fi.asca, la m3Jlltelletta da inverno, il saoco. - Portiamo via tutto ? - Come vuole Dio, :fi,gliolo. - Alll– tonello si mise a frugare sotto lo strame delle pareti e tirò fuori il fischietto e un ,pacchetto di :figurine di santi tutte gualcite. - Vo– l}de mettere dentro 3Jllche queste? - Il padre le ripose nella bi– saccia, e .questo rispetto verso le sue cose fece piacere al ragazzo. La, bisaocia fu messa sulla soglia della capamna. Il .pad're si sedette uu poco, si ters·e il ,sudore, ,poi si levò, si 00,ricò la bisaccia a tra– colla: - Andiamo. - Ma prima di p,artire chiuse accuratamente 1a ,porta di frasche assicurandola con un macigmo che vi rotolò àavanti. Si vedeva di lontano i[ mare balenaru.te nell'ombra serale, che lag,giù non era anoora arrivata, e davamti al mare una monta– gma che parevia ,un dito teso, e ancora più vicino la striscia biamca del torr,ente. La sera girava pei monti in silenzio e ripiegava i lunghi raggi del sole. Le ombre cominciavamo ad allungarsi per la pia– nura. - Volete che vi porti un pooo la bisaccia, p•adlre? - Il padre ·gli accomodò la bisaccia a traoo[la, puntandola nel mezzo con urn basto1I1eche faceva leva sulla spalla del ragazzo. Il raigaz.zoera con– tento di quel peso, e !Sentiva il bastone che gli faceva un dolce male. Il ,padre ,diede uin'ultima occhiata afila capanna. Appena ri– salito il mo1t1te,si volsero. Videro l'albero magro inclinato sulla capan1t1a, i ,sassi attorno oome bestie che meriggiassero, o oome mobili di ,una casa; là si erano seduti tante volte. Il grosso cane bianoo aooorso come se sapesse che si partiva, li seguì. ' ' Vallicata !'•altura, videro la strada lungo il ciglio del burrone po– polata dl'uomini e di bestie. - Viva Maria! - ,gridarono verso di loro. Il padre levò la mano e disse con un filo di voce: - Viva! - BibliotecaGino Bianco
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