Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

Casa Editrice FELICELE MONNIER - FIRENZE EDIZIONI DI PÈGA50 COLLEZIONEDIRETTADA UGO OJET,TI E PIETRO PANCRAZI PIETRO PANCRAZI L'ESOPO MODE'RNO Un volume in 16• di pp. 200 - L 10,- « S'egli ha provato a rammodernare cosi queste favole il gusto che noi si prova adesso a leggerle, deve aver passato giorni meri tam ente felici .... La concisione del Pancrazi non è mai arida e inamidata, anzi è tutta snodata e guizzante con un che di paesano e ,di monellesco, ma trattenuto da una pre– veggente discrezione. Si sente ch'egli non s'è proposto un classico modello sul quale calcare la sua prosa; ma davanti all'antico ha saputo farsi una sua spon– tanea e cdrdiale classicità, tutta ritegno, finezza e misura, che sono poi le prime doti d'ogni' scritto di lui». UGO OJETTI (Corriere della Sera, 15 febbraio 1930). « Sono trecentosettantacinque favole, più di quante cioè ne siano state mai raccolte.... E Pancrazi non le ha già raccontate, ci si è immerso, le ha rivissute ed è scappato fuori lui in persona a dettar le parole vive, a ravvivar tutto, con quell'incrinatura di malinconico e dissimulato riso che Esopo aveva e che -Pa'ncr:izi ha ben reso col suo linguaggio parlato, diretto e schietto». GIUSEPPE DE ROBERTIS (Pègaso, febbraio 1930). « :t;; un epigramma in azione, un proverbio portato agli occhi, una verità della vita in una scena drammatica di due o tre battute, o anche d'una sola .... Quanti sono gli altri libri che presentino continenti di pensiero con tanto rapida successione ? E quanti son quelli che, artisticamente, rinnovino anéhe tre volte per pagina, come qui, l'interezza dell'invenzione, la figura, la scena, l'azione e il senso ? » Sn,v10 BENCO. (Piccolo della Sera, 27 febbraio 1930). 0-------------------------------v BibliotecaGino Bianco

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