Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

512 H. HAUVETTE, La Franoe et la Proi,enoe dans l'oeuvre de Dante infine propriamente letterari. Anche l'Hauvette, si capisce, ha dovuto acconciarsi alla natura dall'argomento da lui prescelto: ne è derivato al suo libro un aspetto discontinuo e frammentario. E noi pure a volerlo studiare, dovremo rinunziare a considerarlo come un tutto unico ed esaminare invece ad una ad una le questioni singole trattate dall'autore. (Ci accosteremo cosi d'altronde in qualche modo all'idea ch'egli stesso ba, avuto della sua opera, quando l'ha definita « la mise au point d'une série de discussions >>). Questione del viaggio di Dante in Francia. L'Hauvette non conclude in senso risolutamente negativo e preferisce lasciar sospesa ogni deci– sione: nega tuttavia valore alle testimonianze del Villani e del Boccaccio e a tutti quei minori argonienti che altri ha voluto addurre a sostegno della tesi. È, in modo particolare, interessante l'analisi ch'egli fa dei « paesaggi >> francesi che compaiono nella Commedia, per dimostrare che non si tratta di cose ·viste e ritratte dal vero, bensì costruite da una lucida fantasia sulla traccia d'una lettura o d'una narrazione. Dante e la politica della monarchia francese. Questa parte del libro, poco interessante per noi italiani per quanto nata a guisa di ritorsione polemica contro alcune affermazioni invero esagerate del Farinelli, è stata scritta per mostrare ai francesi le ragioni storiche dell'atteggia– mento misogallo dell'Alighieri. In queste pagine è veramente notevole soltanto l'argomento nuovo che l'Hauvette adduce a favore della tesi del Parodi, sullo sviluppo del pensiero politico di Dante riconoscibile nelle diverse parti del suo poema: là dov'egli si sforza di dimostrare, ponendo a confronto il canto VII con il XX del Purgatorio, clie la collera del poeta contro _iprincipi francesi è andata crescendo con gli anni. Rapporti della letteratura provenzale con l'opera di Dante. Son queste forse le pa_gine più interessanti del libro, per quanto potesse apparir desiderabile un'analisi meno diffusa e. più intima. A giudizio dell'Ha uvette, la conoscenza che l'Alighieri ebbe dei poeti provenzali non fu né vasta né sistematica,, bensì alquanto capricciosa: se d'oltralpe gli derivarono certe idee sull'amore, e forse lo schema stesso della Vita Nuova, ai trovatori egli chiese soprattutto l'esempio di certe novità e raffinatezze formali : e a questo proposito l'Hauvette nota acutamente, - verità troppo spesso dimenticata, - che « la recherche d'une forme très brillante et très a,ristocratique fut une des préoccupations constantes des plus grands poètes italiens du XIII6 et du XIV• siècle )). Dante e la letteratura francese. In questa parte son degne di nota soprattutto le pagine dedicate al Fiare : nelle quali, pur non volendo arrivare ad una conclusione risolutamente affermativa, l'Hauvette si sforza, non senza fortuna, di mostrare la debolezza degli argomenti addotti dal Parodi e da altri contro la tesi dell'attribuzione a Dante del poemetto. Fondazione Alfred Lefflff NATALrno SAPEGNo. Biblioteca Gino ij@M,l'Tr, Direttore responsabile PIE'l'RO p ANCRA.ZI, &gretario di redazione Libro donaful<AFI A J,NR1co ARIANI • v1A s. GALLo, 33- FIREN2'E alla Biblioteca Gino Bianco !\~-~-; - -~.._,,.,. fftUHHI~

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