Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
510 M. BARRÈS, Mes cahiers s·oury. ~ Ecco tutto quello che so. Ma l'io, che cos'è? La carogna di– Baudelaire. Contro questa tendenza disgregatrice del suo essere intimo (che ebbe comune con la generazione alla quale fu maestro Renan), Barrès lottò tutta la vita strenuamente. Non facile lotta, né priva di scoraggia– menti e di tentazioni. Numerose volte, egli confessa, ha sentito la grandezza del vivere incolto e l'ha invocato ; ha sognato di rinunciare a possedersi, di aprire i suoi scomparti, di slegare i suoi gesti, di som– mergersi sotto le sensazioni. Il suo amore per l'Asia ha origini qui. « Le mal d' Asie ! J'en suis envahi.. .. C'est le pays que j'aime .... Ma gorge sèche de désir quand je prononce les noms d' Asie >>.Strano amore nell'assertore strenuo dei baluardi dell'est, nell'esaltatore della Lorena (Lorenese sì, ma non di Nancy .... ). Il suo è stato un nihilismo tenuto alla catena dalla volontà. Quando comprese« la misère de l'individualisme ))' reagì con la« notion sociale,>. Un suo pensiero favorito era questo: Faust al termine di tutto costruisce una diga. E quante dighe e argini egli stesso innalzò, a contenere, a, fermare innanzi tutto le frane, gli smottamenti della sua natura sensi– bile. In ciò vi era anche un desiderio supremo di armonia. Voleva della sua vita fare un poema. « J'ai cherché à me compléter avec ce qui ne me faisait pas horreur; à m'harmoniser plus large et plus haut )). Ma quanto duro il proposito. Egli dice: amare ciò che si è obbligati di fare, ciò che ci si •è obbligati di fare; ma vi è in queste parole più la confessione di una necessità, che il conforto di una persuasione. Era la sua tara segreta. Accettò, e s'impose, e predicò il dovere senza averne la certezza. ,Sentì che bisognava organizzare la vita per impedirne lo sfacelo; e così la società. Resistere alla volontà di distruzione e cli sbandamento, in noi e intorno a noi, e restaurare alcuni principi e simboli di venerazione e di subordinazione. Agire « conformément à, l'intérét général )). Ancorare il culto dell'io nel porto sicuro dell'istinto sociale. Accettare l'ordine cattolico, « ce profitable esclavage >>, rifugiarsi al riparo « des sl'ìretés divines ))' perché dove esse mancano scoppiano tutti i deliri. Ma questo conformismo della volontà, qu_esta disciplina sociale di un individualista che si imponeva ]imiti perché ne aveva esperimentata la necessità, e, conosciutane l'efficacia, li predicava agli altri, non erano certezza vivente. La conscience nationale, l' énergie, le verités françaises, il culto della terra natale e dei morti, l'ossequio alle istituzioni e alle tradizioni della vecchia Francia, l'esercito, gli ordini religiosi, le chiese, « ce. qui est générateur, ce qui encadre >> dovevano fare da carabinieri all'istinto, ma mancavano della loro b~se vitale : la feile. Pesava l'eredità di. Renan nel suo fondamentale pessimismo nel suo orrore della ragione, nella sua diffidenza per le idee, « ces belles 'mol'tes n, nel suo « gol'ìt de l'harmonie sans pensée >>.Come il suo Soury (al quale dedica pagine di appunti) che confessava di non riuscire a credere in Dio, mentre ogni giorno diceva il breviario e l'officio, egli ha sofferto per l'impossibilità disperata di credere. Sentiva in sé per le cose di , fede una « mésentente foncière ))' provava la « morne tristesse de la vérité ))' intendeva la verità come un'« entente consentie >>.E la con- BibliotecaGino Bianco
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