Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

M. BARRÈS, Mes cahiers 509 romanzo su Cartesio e la principessa Elisabetta, un libro sulla Camera dei deputati e, infine, le Memorie. Quale eco e segno rimane di tutto ciò nei dieci volumi di cui è questo il primo, e negli altri che i congiunti promettono coi suoi diséorsi, i suoi articoli di giornale, la sua corrispon– denza? Materia grezza, per lo più, a cui mancherà per sempre la sua magia di orchestratore. Forse per questo si poteva desiderare che dei cahiers venisse fatta una scelta. Molti degli appunti vi sono così morti, che nemmeno le note riescono a renderli intelligibili. Tutti quei boulangisti, e pana,misti, e dreyfusardi di cui è fatta memoria col loro preciso stato civile; quella cronaca elettorale di trent'anni fa; quei pettegolezzi sulla visita dello Zar non hanno interesse di storia. Certe volte l'appunto è proprio segnato per un aiuto della memoria. « Juillet 1896. - Naissance de Philippe. Voyage à Douai. Enterrement de Morès. Enterrement de Goncourt ». Altre volte appare chiaro che l'appunto doveva essere la chiave di uno svolgimento che l'autore aveva in testa. Così quand'egli accenna all'u-bbriachezza di Verlaine, alla piccola anima serva di Renan, a Zola ch'era « un brav'uomo », aJ primo sorriso del suo bimbo. Esempi si potrebbero cavare da tutte le pagine. Sono la parte ormai inutile dei ca!i,iers : chiazze gialle in un vecchio libro. Per fortuna, vive, fra questi detriti, - e dà all'opera vasta il suo tono e il suo pregio, - tutta la parte che è vera confessione, sfogo d'anima, giudizio di uomini e di cose, sentire dello scrittore. Qui bisogna frugare, perché già nel primo volume le scoperte sono molte. Scoperte, a rigore, no; ma conferme e prove di molte cose che s'erano intuite. Penso che Massis batterà le mani: il suo Jugement trova qui dentro un'insperata documentazione. Già fin d'ora Barrès rivela quella che fu !'anarchie foncière del suo spirito, e lo sforzo che durò tutta la vita per arginare quell'anarchia. Egli ruppe il cerchio incantato dello scetticismo in cui Taine e Renan avevano chiuso le generazioni prece– denti, ma di quello scetticismo portò l'impronta in ogni suo slancio. I brani delle memorie che aprono il volume sono variazioni intorno .a uno stupendo motivo che potremmo dire « della lucciola». « Ardeur de curiosité », e, sùbito dopo, « vénération triste devant la part chétive qu'il y a au centre de nos attraits ». Sono i punti di partenza e d'arrivo di questo spirito. Il bagliore di una luce; tutta la foga dell'essere verso quella; ma sùbito seguiva la curiosità molesta di ciò che vi è « derrière les lueurs, derrière les illusions ». Abuso di volontà, confessa egli stesso. ~< Les choses de la vie me sont claires et le mystère est allé plus loin. Il • y a quelque chose de parti: le ver luisant. Je n'ai jamais eu de décèption. J'ai vu que l'éclat qui m'avait attiré s'évanouissait dès que je tenais l'objet en main ». Questo rende chiaro il suo sentimento della morte, e « ce grouille– ment de vers dans un cadavre » che fu la sua vita segreta, il motivo profondo !lella sua agitazione sentimentale. « Haine de la vie, c'est le principe de mon agitation qui ne fut jamais une course vers quelque ,chose, mais une fuite vers ailleurs; destruction de moi-meme, c'est l'autre .secret de cet apòtre du développement, de l'augmentation individuelle ». La sua strana. curiosità per Jules Soury ora si spiega. Io esisto, - diceva 'bliotecaGino Bianco

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