Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
494 G. Pasquali stranieri. E non si peritava di intrecciare frizzi al suo discorso, se frizzi gli venivano in bocca, di rivolgersi personalmente a qualcuno dell'udi– torio· quando sapeva che qualche particolare avrebbe interessato questo in m~do particolare. Un parlatore, dunque, spontaneo: qualche mio col– lega lo avrebbe probabilmente trovato privo di dignità accademica. Ma già il suo stile didattico (e il suo stile era sempre didattico) era 'più vivo che austero, e non rifuggiva da immagini della vita comune, da frasi di moda tratte a un nuovo senso, da adagi : se volete, diatriba ci– nico-stoica o anche dialogo socratico-platonico; conferenza sofistica mai. Era un maestro divertente, perch'era un uorno divertente. Io credo che molti, Tedeschi e stranieri, cioè Italiani, si ricorderanno con piacere delle ore passate in compagnia dell'omino piccino, coi baffi color pepe e_ sale e cogli occhi indicibilmente dolorosi. Ed era una vera festa, quan– d'egli, profittando di un talento più diffuso fra i Tedeschi che in qua,.. lunque altro popolo (ho visto io un grande filologo di Berlino, Fregoli nuovo e maggiore, rifare un'adunanza di Facoltà con ventiquattro mem-. bri presenti), imitava tipi e persone che lo avevano colpito. Non so se parlasse perfettamente l'italiano, ma sapeva riprodurre i modi e l'ac– cento fiorentino in tal modo che, pregato di sostituire momentaneamente un venditore di biglietti di lotteria, allontanatosi per spicciolare in una bottega .una sua banconota troppo grossa, accettò e trasse in inganno un altro popolano che veniva anche lui a comprare il biglietto, finché una risata degli accompagnatori del Warburg non ,gli ebbe rivelato l'errore. Un uomo di questa fatta doveva avere molti amici tra i coetanei ·e tra i giovani. Fascino di simpatia è necessario a chiunque voglia conqui– stare al servizio della sua scienza i propri compagni di umanità. Grazie principalmente all'umano calore che si sprigionava dalla personcina del Warburg, egli .ha potuto trar profitto per la sua storia della cultura da vecchi e da giovani, da teologi, filologi classici, archeologi, orientalisti, medievalisti, storici puri, filosofi-, astronomi, medici. E grazie a questi suoi pregi d'animo, che si combinavano in lui con la facoltà organiz– zatrice, la sua opera sarà anche dopo la sua morte proseguita in tutte le direzioni, anche in quelle in essa appena accennate. V. Dal '18 al '24 il Warburg ha combattuto con una malattia mentale. Testimoni autorevoli ci rivelano ora dopo la sua morte ch'egli a· un certo momento aveva cominciato a vivere i suoi problemi non soltanto quali storicità. L'impulso a ricercare quale eterna realtà abbia animato la magìa e l'astrologia dell'ellenismo e del ·Rinascimento, ma anche la magìa degli uomini primitivi, vivo in lui almeno da Bonn in qua, di– venne a poco a poco, nell'animo suo,. centrale. Egli credette, in certo senso, alla magìa, risenti tutti i ti.mori irrazionali dell'uomo primitivo. La malattia fu in un certo senso la continuazione della sua ricerca scien– tifica; e, che è più sti>ano, egli continuò durante la malattia, profittando di quelle esperienze morbose, la sua attività scientifica. Il suo scolaro BibliétecaGino Bianéo
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