Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

Ricordo di Aby Warbùrg 493 stata, come già sapeva il Burckhardt, la processione, che è anche isti– tuzione cristiana e medievale. Anche p'er questo rispetto il Rinasci– mento è sintesi più complessa che non si creda comunemente. Il Warburg voleva delineare la storia delle relazioni culturali tra Nord e Sud, gio– vandosi appunto delle feste; e proprio su feste italiane, toscane, aveva raccolto nella sua biblioteca un materiale abbondante e raro. Ancora una conferenza tenuta in Firenze pochi anni or sono trattava quel tema: -io sono lieto di essere stato fra gli ascoltatori._ IV. Il Warburg, per rimaner fedele alla sua Amburgo e alla biblioteca che.,già andava radunando, rinunzia due volte a salire cattedre di storia dell'arte, offertegli, con la consueta libertà di spirito, dal Ministero prussiano. Ma poiché- egli non volle andare alla montagna, la montagna venne da lui. Quando in Amburgo dalle Vorlesungen, libere letture in qualche modo appoggiate al glorioso Istituto Coloniale, sorse l'univer– sità, il Warburg fu nel '913 nominato professore onorario di storia dell'arte. Maestro egli era nato, tant'è vero che le sue scoperte più impor– tanti sono, più spesso che ra,gionate in memorie, esposte in suntini di conferenze, in fogli volanti o in appendici di giornali, difficili talvolta a trovarsi se non per chi li abbia avuti in dono da lui, anche in questo generosissimo 1 ). E del maestro egli aveva la dote più necessaria, più costitutiva, lçt calda umanità: il Warburg non ha mai• fatto sentire, perché non ha mai sentito egli stesso, la distanza tra sé e il giovane .che per la prima volta lo accostava con sentimenti stranamente divisi, per metà fiero di un modesto resultato raggiunto, per metà trepidante nel dubbio che cosa ne avrebbe pensato l'uomo celebre. E in tempi dif– ficili ha considerato quale proprio dovere aiutare i principianti anche finanziariamente senza umiliarli, procurando loro lavoro scientifico a pagamento, facendone tanti collaboratori della sua impresa maggiore, la biblioteca ·warburg. Il Warburg aveva bisogno di espandersi. Quest'uomo turbato da om– bre paurose riacquistava di colpo la letizia, sapeva essere ser-eno e arguto, ogniqualvolta parlava in una cerchia di gente disposta a capirlo. Io ho ascoltato di lui parecchie conferenze. Non so s'egli fosse un buon parJa– tore nel senso convenzionale, retorico della parola; ma so che parlava a volte di séguito per ben più a lungo dell'ora accademica, perfino due ore, perfino più di due ore; eppure non mi sono mai stancato. Poiché non pensava mai alla forma ma sempre alla cosa, riusciva sempre efficace, e mai noioso. Parlava senza manoscritto, spesso senz'appunti, senza aver dinanzi agli occhi altro che il materiale figurativo necessario. Parlava ea; plenitudine oordis senza far nulla per celare quel suo accento di si– gnore amburghese che urtava più ancora certi Tedeschi del Sud che noi 1 ) Ora degli opuseoli o esauriti o difficili. a trovarsi si stampa un'edizione complessiva.

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