Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
490 G. Pasquali suggellato còl martirio la sua fede. Le dottrine del Picatriw informano di sé, pare, l'opera medica De vita triplici del grande plato?ico fio~en– tino Marsilio Ficino; il quale nell'altra sua opera De vita coelitus comparanda (dove coelitus deve intendersi del cielo empirico, non del paradiso cristiano e teologico). volle fondare sull'astrologia _le regole della vita contemplativa per l'umanista, il litteratus ipocondriaco, sud– dito ma anche protetto di Saturno. E umanista (questa, secondo me, è osservazione che ha· la sua importanza per la concezione del nostro Ri– nascimento) il Ficino si sente proprio nell'astrologia, tanto da richia– marsi, contro il dubbio razionale sui poteri occulti, alla credenza con– corde dell'antichità in essi. Quello che noi saremmo tentati di conside– rare nel Rinascimento elemento ancora medievale, è in verità greco, cioè ellenistico! Il famoso rame di Alberto Durero, che rappresenta la Melancholia, cioè il temperamento derivato da Saturno, è ispir::i,to al Ficino, l'epistolario del quale era stato stampato nel 1497 proprio da un compare del Durer. Questo pensiero accennato chiaramente dal Warburg, è stato sviluppato in un libro particolare da due suoi seguaci ricchi d'ingegno e di dottrina, E. Panofsky e Fr. Saxl 1 ). La ricerca del Warburg non è stata mai così fruttuosa come ql!ando ha potuto incontrarsi con quella di un ,filologo classico puro1 che sentì poeti greci, come i suoi scolari ci testimoniano ora dopo la sua morte, con tutto il calore e la chiarezza di un vero umanista, ma che scrisse soprattutto sull'astrologia ellenistica e le sue relazioni con l'Oriente, Franz Boll. In appendice alla sua opera principale, sulla Sphaera bar– . barica, sono stampati per opera dell'orientalista Dyro:ff il testo arabo e la versione tedesca dell'« Introduzione» del maggiore astrologo del medioevo islamitico, Abfl Ma' sar ( t 886). Ora grazie ad Abfl ~a' sar riuscì al Warburg di decifrare il fregio mediano degli affreschi che Borso d'Este fece dipingere nel suo palazzo ferraresè di Schifanoia da France– sco Cossa. In esso, oltre a.i segni dello zodiaco e ai loro signori, sono rappresentati tre simboli astrali, tre «decani», cioè divinità sotto il dominio di ciascuna delle quali stanno i tre gruppi di dieci gradi che sommati formano i trenta gradi spettanti a ciascun segno dello zodiaco. Questi decani si ritrovano nell'astrologo arabo, ma hanno molto d'in– diano, perché l'Arabo li .ha desunti dall'opera di un Indiano, Varaha– mihira. Questi rifaceva alla sua volta l'opera greca di Teucro detto il Babilonio, ma nato a Cizico nel Nord dell'Asia Minore. Quest'astrologia giunse probabilmente a Ferrara da Padova, dalla città universitaria e umanistica: gU affreschi originari della Sala della Ragione, che rappresentano pianeti, segni zodiacali e le professioni che sono sotto l'influsso dei singoli astri, erano stati compiuti già nel p!l.'in– cipio del secolo XIV, e furono forse ideati dal noto incantatore Pietro da Abano. La sala dipinta dal Peruzzi nella -Farnesina dei Chigi simbo- · leggia in divinità astrali la natività di Agostino così precisamente da consentire a un astronomo moderno di calcolarne l'anno . .Dall'Italia umanistica, anzi proprio da Padova dove tanti Tedeschi 1) Diire1·s Melenoolia I, Lipsia, 1923. BibliotecaGino Bianco
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