Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
486 G. Pa,squali Già nella dissertazione di laurea 1 ) il Warburg tentava dimostrare che Sandro Botticelli attinge all'antichità, chiede aiuto ai modelli an– tichi, si giova di formule ,figurate desunte da sarcofagi, prop~io là dove vuol rendere corpi in movimento. Questa non sarebbe secondo 11 Warburg ima sua peculiarità, ma si ritroverebbe in Agostino di Duccio, nel Pol– laiuolo e da un certo punto in poi, nel Ghirlandaio. Il Rinascimento tlorentin~ avrebbe scoperto nell'antichità il movimento, avrebbe consi– derato il movimento quale specificamente antico ; il Rinascimento tut– t'intero, non soltanto i pittori e gli scultori: il Poliziano prende a imi:– tare da Ovidio la descrizione di femminili vesti scomposte e chiome scar– migliate. Leonardo, teoretico dell'arte, scrive: « Et imita, quanto puoi, li greci e latini col modo del scoprire le membra, quando il vento apoggia sopra di loro li panni». E, come il Warburg espose più tardi, nelle figurazioni dell'antichità colpiva gli uomini del Rinascimento non solo il movimento delle vesti e dei corpi umani, ma anche il movimento, i1 turbamento dell'anima, l'emozione. Orfeo lacerato dalle Baccanti è an– cora una, scena fredda e insipida di cavalieri e dame medievali nelle illustrazioni dell'Ovide moralisé, che è del secolo XIV; diviene una rap– presentazione tumultuosa ed atroce in un rame dell'Italia ,Settentrionale, che attinge a niodelli antichi: di mezzo c'erano state le strofe del Poli– ziano. Una donna che piange in un rame del Mantegna, la Deposizione~ non è disegnata dal vero, ma riproduce una maschera antica. Filippino Lippi non conosceva ancora il gruppo del Laocoonte, quando della morte di Laocoonte e dei suoi figlioli tracciò un disegno terribile. Il Laocoonte– fu appunto tanto ammirato subito dopo la scoperta, perché gli uomini del Rinascimento erano internamente preparati a sentire l'arte rodia .. Su chi fosse venuto dall'arte classica e dalla concezione classicistica di essa quel· gruppo avrebbe fatto una impressione di barocco ; per gli uomini del Rinascimento fiorentino, classico o antico significava tut– t'altro che olimpico, che apollineo. ' .Mi sbaglio, se già in questo primo lavoro del Warburg io sento una concezione dell'antichità, che non è più quella tradizionale dei retori della serenità greca? Il Warburg conosce all'antichità classica due , facce, l'apollinea e la dionisiaca, anche se no11adopra queste espressionL. { La vecchia fola stupida di popoli e di età .che non sapevano il dolore~ non ha già allora più presa su lui: egli sa che anche l'arte più classica è figlia della sofferenza, perché è figlia della vita, che essa conosce l'ebrezza, la passione, sin la follia. Ora, molti già prima, del Nietzsche· avevano osservato quanta ricchezza di contrasti si celasse nell'anima antica, avevano concepito cultura antica e spirito antico come sintesi di opposti. Ma nessuno avéva definito questa conoscenza in una formula s_iapure, da un punto di vista storico, arbitraria ma chiara e che s'im– prime nelle menti, nel contrasto fra apollineo e dionisiaco. Questa con'- . cezione della vita greca è stata poi ansora sviluppata e arricchit~ da. l) S(l//'l,dro Bottioetus Geburt àer Venus und Frii.hling. Eine Untersuohwng– ii,ber die Vorstellungen von der Antike in der italienisohen Frii.hrenaÀSSanoe, Ham- burg und Leipzig, 1893. · BibliotecaGino Bianco
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