Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930

RICORDO DI ABY WARBURG. Quando nell'autunno passato le riviste scientifiche cominciarono a diffondere per il mondo, o almeno per il mondo internazionale dei dotti, la notizia della sua morte, qui da noi molti anche tra gli universitari si saranno chiesti se quel nome era, oltre che di un'istituzione, anche di un uomo. Ohè l'amburghese « biblioteca Warburg per scienza della cultura» era più celebre del suo fondatore e direttore e (insieme con altri della sua famiglia) principale finanziatore. La biblioteca Warburg è già ora la più completa tra le raccolte specializzate di stampati e di materiale iconogrMìco per chi voglia studiare in genere storia della cultura, ma in particolare storia della cultura del Rinascimento e se– gnatamente del Rinascimento nostro, fiorentino e italiano ; e si tra– sfo·rma una volta il mese in sala di conferenze su discipline varie, filosofia, storia delle religioni, delle arti figurate, dell'astronomia e del– l'astrologia, in quanto tutte gravitano verso la storia della cultura: conferenze che sono ciascuna un avvenimento scientifico, tenute da com– petenti di ogni nazione (dei nostri ha parlato Arturo Farinelli) ; e si è fatta promotrice di due serie di volumi, iniziate da pochi anni, ma già celebri tutt'e due. Ohe l'uomo Warburg, il grande ricercatore Warbyrg srompaia, scomparisse già da vivo, dietro all'istituzione da lui voluta, è conforme alle sue intenzioni : egli ha voluto essere innanzi tutto un maestro e un organizzatore, ha voluto che certi suoi pensieri scientifici, non molti forse di numero ma grandi e svolti organicamente, vivessero e fruttificassero soprattutto nelle menti dei suoi discepoli ch'egli fin da principio considerava collaboratori e destinava successori. Né è caso che, mentr'egli si è per lo più tenuto pago di pubblicare le sue scoperte maggiori in forma straordinariamente succinta e compressa, per lo più quale resoconto o riassunto di conferenze, le sue idee, ancora lui vivo, siano state esposte nella loro connessione organica dallo scolaro che gli era da molti anni più vicino, Fritz Saxl 1 ). Ma la sua personalità scientifica e umana fu forte, e sarebbe· male che se ne ta~esse in Italia. A Firenze egli ha vissuto gran parte della giovinezza, in intimità fraterna con quella generazione di studiosi di storia dell'arte che ora dirige le nostre gallerie; vi è tornato poi dalla sua Amburgo, credo, ogni anno sino alla guerra, e poi di nuovo, da quando glielo consentirono la pace e il progressivo cedere di ansie che 1 ) Repertorium fur Kunstwissenschaft, 43, 1922; p. 220 segg. BibliotecaGino Bianco

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