Pègaso - anno II - n. 4 - aprile 1930
470 D. Cinelli Maledetto tutto ! Anche piovere, ora ! Povero Tito, pensava l'Angiolina ,a, ,guardru-lo, più in oosso di tutti era hù, a;11chepiù ingiù della Fosca. La Fosca ,pareva ·un innocente; forse lo era, come quelli che hail[lo le maliattie 3,ddosso e·lè attacc31llo agli altri, .senza ammalarsi 1oro. · Dopo mangiato, la Fosca si era assopita nell'ombra tondia di un sorbo sul greppo erbo,so d'una fossa; i[ bambino si era addormentato_ fra le sue braccia e la 1\farietta, l'aveva rportJatoa casa. Tito e Felice si ritrovavano vici1I10,e senza parlare ase;iugava:no lentaimente i bicchieri. Che caldo fa,ceva ! Non si respirava. L'Angiolina si ·sentiva male. Le pareva che la dovessero veder boccheggia.re come un rpesce fuor d'acqua. E:i;a oosi sfoura ormai di star proprio malti che per la prima volta in vita sua, si chiedeva oome fosse possibile che gli altri non la sentissero ,soffrire . .S',era ripiegata su se stessa in una fossetta, comrpri,mendosi c~m le gmoc, chia l'aingoscfa nel petto, ool c,a,po cionòloloni fra le gaJiwbe. Gli altri non l'aveviano vista, o credevano che si riposasse a quel m:odo; soltainto la Marietta la gu~dava di tempo Ìll1 tempo senza ciapire, con ulila certa ripulsione, oome se vedesse una bestia male:fì_cae curiosa; pareva che subisse una certa attrazione penosa, dalla quale inon si poteva stacca,re. L' Angioilina perdeva la memoria delle oose e si addentrava 1I1elfo stupore del suo ililcubo, senza coscienza. Era nell'ingresso dli un palazzo, tutto di marmo. Come faceva a, figurarselo oosi bene, come se lo oonosc.esse da sempre, oo:me se se lo rrum:mentasse, se in vita sua non ne aveva mai visti? Eoco: il. colonnato di marmo IIlero striato di ,salilguigno e due leoni a guardia dello scalone bianco. Saliva, ,dov,eva ,salire, e ,gli scalini nolll finivano più; e ·,sapeva che in cima, all'ultimo rpian..wottolo, l'aspetta,va quell'angoscia, e aveva tanta; fretta d'arrivare .. E quando, ool cuore che le batteva in bocca e 111ella testa come lllil martello, era arrivata 4assù, si spoozolàv3/ nel vuoto, ampio, bello, fra le ri111ghiereche correvano vortioosameh•te ingiù, e ecoo si la– sci-ava andar giù, e era rper aria,, c,o~cuore che 1Uonbatteva più, e s'appiattava ,per terra oome un sacco di prum1l yuoti, mor:bida, disossata. ' . E ricommciava a ,saJlire, su per le scale diaccie di marmo ; ma questa volta faceva più pia.no che potesse, fermandosi, a og111i. scalino. E a ogni ,scalino l'angoscia l'opprimeva di rpiù; e pareva di non poter mai arrivare· sitI1oo in cima, All'ultimo ,scalmo, colil uno ,sforzo tI'emendo di tutta la volontà si ,strappò ,daJllaringhiera, e si svegliò. · Il cuore le ,galoppava in gola, e si formava, a tratti, e poi r:Lpren– deva la sua oorsa, impazzmto. Biblioteca Gino Bianco
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