Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

332 B. Sanminiatelli Mio padre che si traittenevia da un pezzo e che quel giorno, aJ.la vista .=fuUaoom nuoffi, aveva cerio provato la 11nri,a, medesima im - pressiO!lle, si rulzò scuotendo la testa. - Tislica ! Haii capito ? T:iisrica ! Hai capito Olirnto ? - uTlò ri– volgendosi aJ caa:neriere. - Avete senititio tuitJti ?... Il cameTiere, un vecchio ,rame-riere coi baffi e .senza livrea, da molll!sigmoire, scuoticchiò la testa e si stropicciò u111a guanoiia co111 la ma1no. Poi mii.opadre tacque. Era staillco. Si ag,giaccò s111lla tavolla. Dei ,brividi gli percoir:revano la 1schieinia.Diis,se 1aimootevole : - Ho p~o i dolorri. .. , 00111 quena siz.za :mruedetta.... Olililto : po,rt'Mni a letto 'll!Ilaboitrtiglia d'aicqua calda .. .. Poi, con sicurezza, e con voce da no111MDJIDlettere 7 epliche, pro– ill Ulll2llÒ : - U1111a v,oll1Ja per tutte dfoo, e scoil:pisco bene le parole perché mi s'' interndJa, che pagh,erò tutto quello che voTT,runnofa:rmi pa– gare .... ,miache per orr-anorn metterò piede fuori di quest0. C0.Sia. - Disgrazioo:,o !, - diisse ·nui,a madre. - Sai tu meglio di me in q'\llalioondizioni s:ia.imo.Dove trove:rad. i deniaiI'i? Sali che ci po,s 1 sono oacciaire ,da U1I1 molID!e111rt,o all'altro? Daggiù le co;ndiziotni eirano buone ... , e .poi, - ddisse abbia,ssrundo il tono, soozia co111vinzione,- era 'lllllacas·a ail'iosa, modleI'llli1 .... - No111 :importa, - dÌlsse mio 1 .poo 1 re che aveva gli occhi chiusi e i denti stretti Ìlll UlllO s1forzo 1supremo. _ :mm, inutile all&a d'occUIP3Jl"tel!le, di decidere. E po:i... , e poi ... 1 - drussedi$pooata mia mraidre oon le 1Jacdme agili occhi, - non hai già fatto veniTe gli operai.i.? E no111 hai diwto la capa,rira ? E la oa– p~ria ?... Ma no111 mpisci cm.esiiesce d~ qui perché ci vogliono aumein - ta.re la pdigi-oille, e. quel che dovevi qui l'hai dato là per la caipairm, e il pad:rone 1segiuit,a ,strozzairci e là si faire,bbero ecotnoimieper 1ibe– :raroem.euna v,olta trunito, per non 0.V1erdpiù IIl'uJllaa che fare, per 1 m'aaldairlo 0J. di·avolo ? Sa-i che, una v;olm, ino01IDinciiatooon i dehitli, sa Dio dove 1sli va a finire ? E oiriapretenderesti di peTdere wnche la caip0.rra ?... Ma n01I1 ti b0istai non ti bastia di frurci tribolare? ... - :Fìai tu quello che eredi, - d[sise mo parure spos 1 sa,to. - Fai quello che ciredi. - E dondolò il tes<liotne, ipoggiwndoselo .sullle mani, sotto la C3Jlllpam.a df-1 lurue a pet.Iìo,lio. Rifiutava di oollabo,rare alla vita. Non aveva più forza e ,speranza: ogni speranza gli ra,m1men– tavia Ulllad€1lusione, ,ogni sforrzo UIÌ10 ,smacoo. L'esrperieinza, per lui, si era trasfommatia nella più mortia for:rrna di fatioo. H l,ume filava. 01Ìlnitovenne silenzio1so 0, servirgli U1I1 pfa,tito freddo. Lo scansò OOilluno scuotiimeinto di ,testa. Alloro OlÌlnto tirò giù un :p,ochino la ooJlza del 1ume. E, tutto a 'IJfil tratto, :mi misi a pian– gere e a .pesta.ire i piedi e a dir che la oa,sa vecchia noill la voilevo la,sciaire e che quella era la ca,sa mia e che ci volevo :staire per. sem– pre, ci volevo mori•re. BibliotecaGino Bianco

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