Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
La casa nuova 331 gli fece male, e gli disse: - Questa c:au:ne:ra. qua ... , dia OO[)O a fon– do ... , pareti, soffitto, imposte, ogni oosa .... QillMl.docredevo di Timainer solo, ecco che mio padre T!ÌpaJssava fiutaindo e ballando ,sui isopp0.lchi. Pareffi l'olNllllgo 111ellanudlità d''lllil gabhione. Poi ,si ·aJllontalllòa parla.re col portiere. Io el'o rap– preso d0.lla sizza che mi penetrav3i nelle os1sa.Tutte le camere erruno spalancate e pur semb:riavia;no cioohe. NOtllv'era un crunto111e da ran- 111icchiarvis!Ì. co111 le ,spalle c•ontro il muro e roocoglier le d.dee. Era Q.Ilia casa di cartone. Mio p0idre ·rientrò coJ ,portiere dicendo: - Proprio ilil questa c,rumero? - Si.. .. ,Mac'è stata poco .... e p,çii,n,0111 è mica imoritaq'lli... , la por- tarono all'ospedale. Eh eh! 111O,n c'è tÌlmore, no111 c'è timore di 111ulla, ! E fece un risolino col berretto ,sulle ventitTé. Mi venne i,n mente che, quando· mio padre imi d!Ls,sie: - Aindiamo a, vedere la, ca.S0inuovia, -:-- quasi come u111 oomrundo, quel comoodo se l'era daitb ,a ,s,estesso-; e m'era, ,parso che avesse detto: - Aln– diamo iall'ospedale. Tornò ,a casa rabbuiruto. Io me 111e giTai tutto balogio per quelle oaimere che bisognava lruscia.re e ohe mi pa.reva si fossero ristrette e rattraippite pireindendo alcU111ché di provvisO!rio. Nonostrunte, mi pareva,no ancora u111 capolavoro di intÌlmità : un caipolavoro dove l'inte]Jligenza non aveva gran parte, ,meraviglio,so per es~ere soom orgoglio e ,senza scopo. Mi feci formi ·aru.ch 'ioe :pensa.i: - È meglio la casa nuovia, ma bisoig111ia f r ,presto. Così ,si muore. Mia madre int 1 anto ci saltellò incontro tutta festosa, presia dal– l'idea dilettevole dellla nuova disposizione dei mobili e della viend'ifa dei più vecchi e dell'acquisto ,di tutti qruei modemi ,gingilli mdi– spensabili per chi crumbi:aciasa. Dopo U111,a colazi0111e tia.cituma, iJllsop,p,oirtabile,dÌJssemia madre : - E oosì ... , lMoil"amo,lavorano, gli operai? ... - Ho dato l'ol'dÌlne di sospendere, - disse mio piaJdre. - Perché? - disse mia madTe contriistam. - Quellla donna è morta tisica. N'ero sicuJ>o. -- Ma che scioochezze ! - Ebbene, occupatene tru. Quella do111111a è mol'!ta tisicia, e in quella oasa 1110111 metterà lillai piede inostro figlio. Tu fui quello che tipa.re . · L'esser 1mescolJaito in un litigio di farrniglia, mi f01ceva sempre tremare. 8entivo il cuore brutteT.mic,ome l'orologio a pèndolo coll cncùlo. Batteva il tempo che precipd.mva. Mio ,padre ave'Vl3, la, di– gestione •gl'ave, con tendenza al litigio e alki, ,so111Jnolenza. - Che tisicia ! Ohe tisica ! Se si .stesse a pensare a tutta lia gente che ha abit:ruto pri'lllla di noi 1I1elle case.... · BibliotecaGino Bianco
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