Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

Irene e l'amore 305 ,olta era una femmina, fil pensiero improvviso che le si formò nella .meinte -amcora un po' annebbiata dal dolore Jlu uno di qùei pensieri che s'accompaglllam.o con .un sospiro: «che l'avrà, almeno léi, UJ11 po'. d'amore ? )>. E quam.dJo poi la figliola sviluppò e fu do1111nà, la .mamma s'avvide presto cihe quella do11mavoleva l'0Jmore, e fill contenta : « almein.o lei. ... )). L'Irene faceva la cudtrice di bianco; il fratello, un bel ragaz– ZOIIle brUJ110 con una gran tesfa ricciuta, era tipografo. E i partiti) i famosi partiti rifiutati dall'Irene, eram.o stati ,quasi tutti amici del fratello. Perché lei usciva di rado e di uomini ne avrebbe fre– quentati pochi davvero se Alberto 1110111 aJVesseportato in casa qual– che compagno di lavoro. L'Irene pareva che lo sapesse: uno per uno gli amici del fra– teJllo finiv31Iltutti a :in111amorarsidi lei e chiederla in moglie. Lei sorrideva ,gentile e era tale la skmrezza tranquilla con cui diceva garbatamente dì ino:p.volersi ; per ora, aecasare che uno per uno se n'andavan tutti scoraggiati. E a ogui rifiuto il commento del fratel1o era ,sempre il medesimo: «mah, la mia s,orella 1110n è di carne .... )). Una sera di carnevale Alberto portò in oasa un branco d'amici– tutti mascherati. La matti111aruveva detto alil'lrooe: - stasera ci si ma:.sch-era,vieni amche te -, m~ lei ool su.o bel ,sorrisino aveva risposto di no e il fratello non aveva msistito. D'altronde era abi– tuato a cornsiderare l'Irene, - oosi bellla, gootile e ~iturna, - oome 1 se fosse ,staiccaroa dà tutto e forse oscurrumente. sentiva che quella bellezza rara doveva staccarla 111ecessaria,menteda t,utto. Aveva il.a soosaziorne un po' vaga ma domilllante che in mezw a tutte le cose brutte della loro casuccia borghese quel bell'ovale l;lerfetto e la ,grazia discreta della persona e le mani affusolate e palHde fossero fuori di posto e un po' oome in esilio. Perché era un buo111 ragazzo e anche abbastanza illlte]ligente. Dunque l'Irooe aveva detto di no, ma lui volev·a che la sorella si divertisse, ,si distraesse u,n poco e la sera le avev,a portato i111 casa quel branoo d'amici mascherati. L'Irene non era mai ,soontrosà. Sempre gentile e calma, era contenta se poteva fare '11!1'1. piacere al fratello; accolse la banda coll solito garbino e si fece :in quattro per aiutar la mamma a 'prepa– rare il ponce, tirar fuori qualche biscotto e accomoda-r la tavola 00111 UJll po' d'eleganza. Così serooa e padrona di sé la fanciulla met– teva sempre un po'' dli soggezione agli ,amici di Alberto. Ma queilla sera no111 fu la stessa ,di sempre. La ,sua grazia, il suo garbo ave– van qualche oosa di più spigliato e di più vivo, c'era più luce nei suoi oochi e più gootilezza comunioativa in ogni ,suo atto. · BibliotecàGino Bianco

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