Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

302 E. Rocca flusso ,sul poeta in quei torbidi anni. Ma tut.te queste vicende con– terebbero ben poc,o ,se alla fùne dal lavo ro e d all'a.more della sua vecichia Barbara Fe~dinandlo ~on :ùmpiarasse, come il tolstoiamo Padre Sergio dall'umile Pascienka, che il viver 1per gili uomini è fo:r~se il miglior modo di servire Idldio. Werfel o della devozforne. Ohi ci ha 1seguiti fin qui nOlllstenterà ·a convinoeMi ,che, fin dalle prime oipere, la religiosità di questo scrit– tore ebreo, 13JmJaJnte degli umili e dubbioso drea il ,diritto umano a, giudicare, teindie 0Jd identificarsi con le verità cristiam.e : ooso non rairo e spieg,abiJlisSliono .per chi 001D.,Sli!deri che il Cristianesimo, sboc– ciato ,su suolo palestinese, non è che il fiore ter:mi1D.a,le della spiri - tualità ebraica. Senonché 1o ,spirito cristiamo di moliti ebrei, proce– dendo ,per le wtaviche vie del talm1Udismo raziocinrunte, trova più facilmente modo d'acooprpiwsi all'idea cristiana sul terrelllo del il.i– bero esame. :Ma Werfel, poeta, detesta l'idea che non ~'esprima in bellezza edl evidenza di forme e, sentimentale, preferisce i r 1 agiona- ' menti del cuo,re ,agli 0,rddi e difettosi sillogismi dell'intelJligoo.za. Ed è in questo ,senso che, lo1I1tanoda ogni opportulilismo, e sdegnoso pertanto d'ogni oonversione, egli aprprnrtiene oolil Heine, ·che ne è crupos,tipite, ,a quella curiosa e rara specie ,di ebrei che, il)ill rima– lilerndotali in molte espiressioni dello 1 spirito, 1I1onoelano una, siim– piatia viva e nolil di mdo ispirruta peir il cui1to, l'aura e 1,amentalità caittolica. Questa tendenza spiega, se001I1dio me, 3illche l'avversione dj Werf.el per tutto• ciò che è nordfoo, ,dalla mecc:anizzaziolile della. vita all'ililtellettuaJismo mus:iJoole, e, vieeversa, il suo aimore per l'Italia, rper il :suo rpopofo e per 1Ja :sua musica istintiva che arriva fililo aJ. rpu1I1to da dar un'impro1I1ta qoosi nostra a quel suo foocione di una bolilarietà che diTesti pa,esana e a quella cam sua 0JI113Jbilità senz'a pose che twnto fanno assomigliar l'uomro al poeta. Ma quel che c'è di ,pagwo nel ooittolico, - 11a :forma, il oolo,re, - 110 ·attraggono e lo traviano al pU1I1to da fargli talvolta dimentioare l'idea. Il suo oristiooesimo si 1I1eganel paintei1smo, la sua naturale espa.nsdvi-tà ,si .sperde nelle cose. La 1S:Ua sensibilità, tutrta ricettiva e fenn:minile, la vince ·a tutto SC31p:ito della ,c,oesione.Ond'è ,che, la. ten– denza essendo oonitiri;fuga,i oollltr3JSti,o sono ecoossivi o sfu,IllJ3Jllo e ma.nca spesso u1I1'effettiviadialettim ,sipirituale, vioo.e a mruncare o,gni premessa di dramma. La 1Sensibilità diffusa tende viceversa 0, vaporizzar:sd. :iJnliirica e questa riesce tutt'al più ,a c01I1dernsar.silil UlllaJone 34>p,r:ossimrutivian:1ente idr,ammatfoo ÌIIltomo ai l•avori che il Werfel dest:iJna al •teatro. E di dTaIIliilIB, 1110,n si-può parlare neppure dlove, in ron:mm.~i e no– velle, la materia sembrerebbe accernnarvi. Un 1 sottile spirito lirico s•a di volta ilil volta vibrar di ooncd.tazione drrummatica o rus,sumere gli 'and,aimenti riposruti della 1D.arrazione. E la !lirica teindendo per BibliotecaGino Bianco

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